Senza i voti del 17 senatori di Italia Viva, il partito guidato da Matteo Renzi, il Disegno di legge Zan contro l'omotransfobia non ha alcuna possibilità di passare a Palazzo Madama. E questi voti, per il momento, sembrerebbero non esserci.
Italia Viva ha infatti presentato una sua proposta di "mediazione" che eliminerebbe i riferimenti dell'identità di genere dal testo che porta la firma del deputato Alessandro Zan.
Sono quattro le proposte di modifica volute dai renziani e che puntano a tornare al disegno di legge Scalfarotto. Il primo è la soppressione dell'articolo 1, ovvero "riportare il Ddl Zan (A.C 107) alla definizione contenuta nello Scalfarotto (A.C 868), ovvero aggiungendo le parole "o fondati sull'omofobia o sulla transfobia" oltre al tema della disabilità e rivedendo di conseguenza l'articolato. Inoltre è richiesta la soppressione dell'articolo 4 e la modifica dell'articolo 7, dopo le parole "nel rispetto" inserendo "della piena autonomia scolastica".
Le reazioni alla proposta di Renzi
Il passo di Renzi ha fatto infuriare il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.
Si è invece mostrato soddisfatto l'intero centrodestra che, sin dall'inizio del dibattito si è sempre espresso contro il Disegno di legge Zan. La controproposta era infatti arrivata il 6 maggio scorso in seguito all'intervento del rapper Fedez al concertone del Primo maggio, facendo seguire non poche e aspre polemiche.
Una cosa è certa: sembra diventare sempre più difficile la possibilità che la situazione possa sbloccarsi, considerando che senza il partito di Renzi viene a mancare la maggioranza necessaria per approvare il disegno di legge. I voti favorevoli verrebbero dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle, da Liberi e Uguali e da diversi senatori tra Autonomie e Misto. Il totale dei Sì è stimato intorno ai 140 voti, mentre quello dei No - provenienti da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e altri del Misto - sarebbe intorno ai 145.
Su Twitter si sfogano Monica Cirinnà, la quale scrive: "Tutti i Paesi europei hanno una legge contro i crimini d'odio, chi tenterà di bloccarla se ne assumerà tutte le responsabilità", e il firmatario della proposta di legge Alessandro Zan che twitta ai suoi quasi 30.000 followers: "Stanno cercando di affossare la legge contro i crimini d'odio. Dobbiamo reagire, insieme". Poi rincara la dose con un altro tweet: "Genere e identità di genere sono definizioni non sovrapponibili. Le semplificazioni, anche in buonafede, escludono dignità che la Costituzione impone di tutelare tutte. Perciò ripeto: eliminare identità di genere è incostituzionale".
La discussione sul Disegno di legge è calendarizzata per martedì 13 luglio, dopo che sono stati respinti i calendari alternativi proposti da Forza Italia e Lega che proponevano un approdo in aula dalla legge il 20 dello stesso mese.