Dall'8 aprile fino al 4 giugno a Milano, in anteprima mondiale, è visitabile la mostra "Serial Killer Exhibition", nell'area espositiva Spazio Ventura 15. Si tratta di un nuovo format internazionale, creato espressamente per la città di Milano, ideato e allestito da Venice Exhibition - società specializzate in mostre di forte impatto.

La mostra milanese

Il capoluogo della Lombardia è la tappa zero all'inizio del tour mondiale dedicato all'esplorazione degli angoli più oscuri e remoti della mente umana. Si tratta della prima mostra al mondo sui serial killer, che include una serie di oggetti originali e cimeli raccolti dai più efferati criminali della storia, alcuni dei quali sono anche stati condannati a morte.

Si va da Ted Bundy a Richard Ramirez, da Alieen Wuornos a John Gacy e da Zodiac all'italiano Pietro Pacciani (considerato il "mostro di Firenze"); sono presenti anche Nicolas Claux, pluriomicida francese passato alla storia come "Vampiro di Parigi", come anche il "cannibale di Milwaukee" Jeffrey Dahmer. Una parte della mostra è dedicata pure a Leonarda Cianciulli, definita dai quotidiani "la saponificatrice di Correggio", paese dove, nel 1940, aveva trasformato tre sue vittime femminili in saponette e dolci da distribuire al vicinato.

La rassegna mostra oggetti personali appartenuti ai killer, scene del crimine ricostruite fedelmente e perfino una collezione di lettere autografe scritte dagli assassini in carcere alle loro fans.

Non mancano le biografie e i reperti di criminali seriali lombardi, come ad esempio Vincenzo Verzeni.

I circa mille metri quadrati espositivi includono atti processuali e documenti originali, profili psichiatrici, identikit ed esempi di tecniche della polizia scientifica. Sono esposti anche reperti appartenuti a Cesare Lombroso, il "padre" della criminologia italiana e internazionale.

Un omaggio senza dubbio dovuto, ma non di certo scontato.

Le parole degli organizzatori

"Si tratterà di un'immersione nel lato più oscuro dell'umanità", ha spiegato l'amministratore delegato di Venice Exhibition, Mauro Rigoni, che è anche il curatore della mostra. "Guideremo i visitatori giù nell'abisso dell'istintualità più blasfema, mettendoli sulle tracce della lucida follia che porta l'uomo a sopprimere i propri simili senza pietà", ha proseguito.

Oltre a raccontare la carriera criminale dei personaggi, i valori aggiunti di questa mostra sono però il doveroso ricordo delle vittime, che troppo spesso sono passate in secondo piano all'interno della narrazione di queste storie ed il rigore scientifico utilizzato, grazie all'ausilio di un team di esperti del settore.

"Per realizzare questa mostra sono stati necessari quattro anni", spiegano i curatori. "È stato un lavoro accurato e dettagliato". Che si è avvalso della fondamentale collaborazione del criminologo Roberto Paparella, autore di gran parte delle ricostruzioni delle scene del crimine presenti all'interno della mostra. Quest'ultima ha soprattutto lo scopo di far riflettere, dando voce alle vittime spesso dimenticate.

Attraverso quest'allestimento, dunque, si punta ad affrontare temi molto forti aiutando i visitatori anche a superare lo sgomento dei massacri per guardare oltre il sensazionalismo, avvicinandosi ad una lettura di tipo scientifico delle motivazioni che portano all'omicidio.