Non più burqa e niqab in pubblico, con sanzioni e Daspo urbano previsti: è questo il contenuto di una mozione presentata in Consiglio comunale dalla Lega a Venezia.

L’iniziativa ha immediatamente acceso il dibattito tra le forze politiche cittadine. I promotori sostengono che il provvedimento sia necessario per garantire sicurezza e diritti delle donne, mentre i critici lo considerano eccessivamente restrittivo e potenzialmente discriminatorio.

La proposta per fermare 'una violazione dei diritti della donna'

A siglare la proposta, la firma di Bazzaro, capogruppo leghista, insieme a quelle dei consiglieri Giusto, Tagliapietra, Brunello e Gervasutti.

Nel caso in cui venisse approvata, le sanzioni riguarderebbero anche gli uomini che obbligano le donne a coprirsi il volto e i genitori di minori che indossano tali indumenti.

La richiesta è rivolta direttamente al sindaco, segnando una presa di posizione chiara: "Il niqab è una violazione dei diritti della donna", dichiara Bazzaro, aggiungendo di non conoscere altre confessioni religiose che impongano di celare il volto. Tuttavia, la Lega si dichiara aperta al confronto.

L’iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti tra le altre forze politiche. L’assessore al Bilancio, Michele Zuin (Forza Italia), ha espresso perplessità sulla rigidità della proposta: "Questa mozione è troppo restrittiva, per noi si deve valutare caso per caso.

Sicuramente siamo contrari al Daspo. Inoltre, riteniamo che un tema come questo debba essere affrontato a livello nazionale, non a Venezia".

Dello stesso avviso il capogruppo della Lista Brugnaro, Alessio De Rossi, che ha evidenziato la necessità di un'analisi più approfondita sul piano giuridico, affinché l'applicabilità di tale norma venga valutata non solo su scala locale ma anche nazionale.

Critiche nette sono arrivate dall’opposizione. Gianfranco Bettin, dei Verdi, ha accusato la Lega di voler alimentare un dibattito ideologico senza reali basi pratiche. "Una crociata propagandistica", così ha definito l'azione della Lega, aggiungendo che sarebbe anche un attacco indiretto al Ministro dell'Interno, accusato di non riuscire a far rispettare le norme già esistenti in materia di abbigliamento pubblico.

Tra politica e libertà religiosa

Il dibattito sul velo islamico in Italia è da tempo al centro di controversie politiche e giuridiche.

La legislazione vigente prevede già il divieto di coprire il volto nei luoghi pubblici, ma la sua applicazione solleva spesso questioni legate alla libertà religiosa e ai diritti individuali. Resta da vedere se la mozione della Lega troverà spazio nel dibattito cittadino o se la sua discussione verrà rinviata a un contesto normativo più ampio.