L’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump a Washington tiene vivo il dibattito politico italiano. Mentre dal centrodestra arrivano elogi e plausi alla premier e si parla di “capolavoro diplomatico”, l’opposizione denuncia una svendita degli interessi nazionali e punta il dito contro le concessioni fatte all’ex presidente USA in materia di armi e materie prime.

L'incontro tra Trump e Meloni

Dopo l'incontro a Washington è chiaro l'obiettivo del governo. Giorgia Meloni punta a ritagliarsi il ruolo di principale interlocutrice europea di Donald Trump, forte di una vicinanza ideologica che la distingue dagli altri leader del continente.

La trasferta a Washington ha rappresentato dunque un banco di prova per questa ambizione, che però si scontra con l’imprevedibilità dell’ex presidente americano e con il suo atteggiamento spesso ruvido, se non apertamente ostile, verso le istituzioni europee.

Il colloquio con Trump è stato segnato da toni distesi. Nel corso dell’incontro il presidente Usa ha espresso ottimismo sull’apertura di un’intesa commerciale con l’Unione Europea, affermando che prima della scadenza dei 90 giorni di sospensione dei dazi si troverà sicuramente un accordo. Meloni poi ha ribadito l’impegno dell’Italia a raggiungere la soglia del 2% del PIL nella spesa per la difesa, come previsto dagli accordi Nato.

Tuttavia, al di là delle dichiarazioni di intenti, il vertice non ha prodotto annunci rilevanti, con Trump che ha monopolizzato la scena mettendo in ombra la presidente del Consiglio italiana.

Le reazioni della politica

I due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, hanno espresso entusiasmo per il vertice tra Trump e Meloni. Il ministro dei Trasporti ha sottolineato la condivisione con l’agenda della destra americana, su temi come la politica estera, l'immigrazione e la lotta alle politiche definite woke: "Siamo in totale sintonia con la nuova amministrazione Usa". Il ministro degli Esteri invece ha definito il vertice "un passo decisivo per rafforzare il rapporto dell'Italia con gli Usa".

Da Fratelli d'Italia il capogruppo dei senatori Lucio Malan parla di "successo senza precedenti per l'Italia", mentre il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami parla di "capolavoro diplomatico" e sottolinea la differenza rispetto ad alcuni anni fa in cui il Paese era "irrilevante e subalterno".

L'attacco delle opposizioni

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha criticato duramente l’annuncio di investimenti italiani negli Stati Uniti per 10 miliardi di euro, mentre le aziende italiane colpite dai dazi attendono ancora risposte concrete: “Per ora non mi pare un gran bilancio”

Anche Giuseppe Conte del M5S ha ironizzato sull’esito dell’incontro e sottolinea che ci saranno più spese militari e di gas dagli Stati Uniti "il tutto a caro prezzo per le tasche degli italiani". Poi usa la chiave dell'ironia: "Meloni in compenso non ha ceduto alcun pezzo del Colosseo".

Angelo Bonelli dei Verdi ha accusato di fatto Meloni di "svendere l'Italia" con l'acquisto di armi e gas: "Altro che sovranismo: obbedienza ai diktat di Trump". Sulla stessa linea anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana che sostiene che la premier italiana "abbia fatto la cameriera al pranzo con Trump".