Si conclude oggi, domenica 16 ottobre, una manifestazione che ha avuto inizio il 14 del mese presso la Fiera di Roma. Si chiama maker faire ed è giunta quest'anno 2016 alla sua terza edizione, ed è la versione europea di un evento che già dal alcuni anni si svolge in America.
Presso la Maker Faire è possibile dare uno sguardo al mondo di domani, ipotizzare in che modo la tecnologia e le nuove scoperte scientifiche potranno contribuire a far crescere i vari ambiti dello scibile umano, mutando concretamente le nostre vite.
Amatrice rivive
Dopo il terribile sisma del 24 agosto molti piccoli borghi del centro Italia sono stati distrutti, o danneggiati in modo così pesante che è quasi impossibile ricordarne ancora il tessuto urbano così com'era. Come è noto, nel Lazio il comune più colpito è stato quello di amatrice, il cui corso principale, corso Umberto I, è stato sventrato ed oggi è ridotto ad un cumulo di macerie. Così, presso il Padiglione 8 della Maker Faire, sede della Regione Lazio, DWS, azienda che si occupa di stampa tridimensionale, ha pensato di realizzare grazie a questa nuova tecnologia un plastico di Amatrice che ne cristallizzasse per sempre nel tempo l'aspetto che aveva prima del sisma.
La precisione dei dettagli è impressionante: grazie all'elaborazione incrociata dei dati reperiti da diverse fonti, a partire dalla Carta Tecnica Regionale passando per il progetto OpenStreetMap, gli Shapefile forniti dalla Direzione Regionale Territorio Urbanistica e Mobilità del Lazio, fino all'apporto garantito da Google Street View è stato possibile "stampare" Amatrice. La scala del modello è 1:500; si possono vedere riprodotte la chiesa di Sant'Agostino e quella di San Francesco, la piazza Cacciatori del Tevere. Degli edifici si possono vedere le porte, le finestre, i balconcini.
Un messaggio di speranza
Anche la ricostruzione potrebbe essere più semplice e precisa grazie alle nuove possibilità che la scienza edilizia possiede al giorno d'oggi: questo il messaggio che si vuole mandare a chi oggi piange e soffre perchè ha visto scomparire i paesaggi che gli erano più familiari.
Vicino al plastico di Amatrice è stato posizionato un grande tabellone dove i visitatori hanno lasciato i loro messaggi di solidarietà. Tali messaggi verranno portati nelle tendopoli e nei luoghi dove oggi vivono gli sfollati a causa del terremoto, come ulteriore segno di vicinanza. Ad occuparsene sarà la Rome University of Fine Arts (RUFA).
Far rivivere Amatrice purtroppo sarà meno semplice che eseguire una stampa in 3D: per quanto la tecnologia possa fare meraviglie, bisogna rammentare che non basta solo ricostruire un tessuto urbano, ma bisogna soprattutto aiutare le persone a restare unite e a non perdere il legame che li unisce al loro territorio.