Non si placa la polemica sulle sigarette elettroniche, soprattutto in seguito agli ultimi accadimenti. I controlli effettuati dai Carabinieri della Salute da gennaio a maggio, infatti, sono costati la denuncia a 114 persone e hanno portato al sequestro di 800.000 pezzi tra kit di e-cig, ricariche con nicotina e ricariche senza nicotina, per un valore che supera i 5 milioni di euro. Le violazioni rilevate sono state: totale assenza di etichettatura, mancanza di parti essenziali dell'etichettatura (marchio CE, avvisi di prudenza), violazione dell'ordinanza in vigore dal mese di aprile che prevede il divieto di vendita ai minori di 18 anni.
Inoltre il Consiglio superiore della sanità ha esortato (per il momento le limitazioni non sono vincolanti) a vietare l'uso delle e-cig nelle scuole, a regolamentarne la pubblicità indicando sulla confezione i rischi per la salute e il pericolo causato dalla dipendenza da nicotina, e ad apporre sulla confezione il sigillo di sicurezza a prova di bambino.
Il timore, come denunciato dalla Lega contro i tumori, è dato dal fatto che tanti adolescenti non fumatori cominciano con la sigaretta elettronica, un po' perché fa tendenza e un po' perché è alla loro portata dal punto di vista economico.
Il problema nasce dal fatto che la realtà sembra essere differente da come ci viene prospettata nella pubblicità di alcune e-cig.
Tali pubblicità, difatti, inducono a credere che le sigarette elettroniche abbiano come unica emissione il vapore acqueo.
Tra le sostanze contenute nelle e-cig troviamo, invece, il glicole propilenico, un additivo alimentare che una volta metabolizzato diviene altamente tossico e la E422, glicerina vegetale usata nelle macchine da fumo.
Oltre, naturalmente, alla nicotina. In pratica, non si può credere che la sigaretta elettronica aiuti a smettere di fumare, dato che per superare la dipendenza da nicotina occorre un percorso medico.