Dimmi quanto percepisci gli odori e ti dirò quanto vivrai. E' parafrasando un vecchio detto che si può sintetizzare lo studio un gruppo di ricercatori guidato da Jayant Pinto, esperto di chirurgia dell'Università di Chicago e specializzato nel trattamento di malattie dell'olfatto. Hanno scoperto circa 4 adulti su 10 che non superano un semplice test dell'olfatto muoiono entro i successivi cinque.

La casistica si riduce a 2 adulti su 10 aventi un olfatto moderato e uno su dieci che non hanno alcun problema olfattivo. Vediamo come sono arrivati a tale conclusione. La ricerca è stata condotta mediante dispositivi con una forma simile a un pennarello, chiamati Sniffin'Sticks, in grado di dispensare 5 diversi tipi di odori molto comuni: menta, pesce, arancio, rosa e pelle. Vi hanno partecipato oltre tremila adulti, di entrambi i generi compresi tra i cinquantasette e gli ottantacinque anni. Attraverso le loro capacità olfattive, sono stati suddivisi in tre categorie: normosmici (con olfatto funzionante), iposmici (in grado di distinguere solo due o tre fra i cinque odori proposti) e anosmici (in grado di identificare al massimo 1 degli odori proposti).

Le conclusioni hanno poi dato peso anche ad altri fattori quali età, sesso, stato di Salute generale e condizione socioeconomica. Di qui la divisione dei soggetti nei diversi gruppi.

Ma cosa c'entra l'olfatto con la salute? Secondo Pinto, perdere la capacità di percepire odori non causa necessariamente la perdita della vita, ma è un sintomo del fatto che stiamo perdendo la capacità di gestire le nostre attività vitali. Ad esempio, l'odore influenza in genere il sapore del cibo. Se si perde questa sorta di guida, si perde anche il piacere di mangiare, ma soprattutto, si fanno scelte alimentari scadenti, e si finisce per mangiare cibi carenti di valori nutrizionali se non pure adulterati e avariati. Per non parlare del fatto che non si percepiscono pericoli quali fughe di gas o il fumo. Fino a non accorgersi di carenti condizioni igienico-sanitarie.