I tumori al seno, un tempo rari nel nostro "bel Paese", oggi stanno diventando un'amara realtà che cresce al ritmo dell'1,3% ogni anno. Le statistiche ci dicono che nel mondo si hanno un milione di casi all'anno e solo in Italia 47 mila, vale a dire circa una diagnosi all'ora. Non è certamente un bollettino di guerra, ma siamo comunque in emergenza. Ad affermarlo è il prof. Umberto Veronesi, lo scienziato che tutto il mondo ci invidia.
Quali le cause? Cosa è successo in questi anni?
Quali i rimedi naturali?
Durante l'incontro, è stato rimarcato un altro enorme difetto a livello di prevenzione: la poca conoscenza che si ha sul fenomeno, cioè sulla patologia. La scarsa consapevolezza e la carente prevenzione, unite agli stili di vita sbagliati ed al calo del numero di gravidanze hanno fatto sì che la patologia, in questi ultimi decenni, si sviluppasse in modo vertiginoso.
L'appello del prof. Veronesi: maternità ed allattamento gli antidoti possibili
Il Prof. Veronesi ha lanciato un vero appello alle donne affinché riscoprano la "missione' maternità" e i suoi benefici. "Bisogna che ci rendiamo conto che le donne hanno bisogno di procreare - chiarisce il fondatore dell'Istituto Europeo di Oncologia - E' un bisogno naturale e psicologico, una forma di realizzazione".
La strada per sconfiggere il tumore al seno passa attraverso il superamento di diverse difficoltà. "Oggi le donne lavorano anzi hanno un doppio lavoro, uno fuori casa e l'altro dentro, e quindi vivono molte difficoltà. E' necessario trovare il più possibile il modo di favorire la maternità," è il messaggio inviato alle donne, ma anche alle strutture, alle istituzioni ed alla politica, insomma al "sistema Italia".
La conoscenza e la conseguente correzione delle abitudini sbagliate possono aiutare a prevenire?
Durane l'incontro è stato anche ricordato che solo il 56% delle donne sottoposte ad intervista sa che le abitudini scorrette contribuiscono in modo determinante all'incremento del tumore al seno. Difatti un'alimentazione sbagliata, un eccesso di alcol, il fumo e la vita sedentaria sono i nemici da combattere "L'attività fisica è uno dei capisaldi di questa prevenzione.
Fare sport riduce del 12% il rischio di ammalarsi di tumore al seno. E conta anche per le donne cui il cancro è stato diagnosticato, perché riduce il rischio di recidive e diminuisce la mortalità di oltre il 50%", afferma Chiara Segré, supervisore scientifico della Fondazione Veronesi. I farmaci sono utili, anzi vitali, ma l'attività diventa indispensabile. Prevenzione significa anche controlli. E "I controlli devono iniziare a 30-35 anni con un'ecografia mammaria annuale e proseguire dopo i 40 anche con una mammografia annuale", sottolinea infine Paolo Veronesi, figlio di Umberto, presidente e direttore di Chirurgia senologia integrata all'IEO.