È stato pubblicato lo studio di due giovani ricercatori italiani, Gianni Medoro e Nicolò Manaresi, su "Scientific Reports", rivista del gruppo "Nature". Si tratta della biopsia digitale, ricerca sviluppata dal "Silicon Biosystems Menarini" di Bologna, con una base operativa in San Diego (California). In America, intanto, è stato annunciato l'accordo con la "Macrogen", una compagnia coreana per lo sviluppo di programmi di medicina personalizzata, ed è stato siglato il patto di alleanza con "Swift Biosciences" (Michigan, U.S.A, che si occupa di applicazioni per l'utilizzo del sequenziamento del genoma) come partner di "Silicon Biosystems Menarini".

I ricercatori

Le cellule tumorali danno luogo a più modifiche eterogenee, che daranno origine a sottotipi tumorali diversi. Nicolò Manaresi afferma che almeno in un paziente su sei, i campioni bioptici presentano una percentuale troppo bassa di cellule tumorali per poter valutare tutte le caratteristiche genetiche del cancro. L'adeguatezza è necessaria per poter scegliere la terapia più idonea. Con questa nuova tecnica si potrà disgregare anche un esiguo materiale, prelevato in biopsia, arrivando ad isolare in sospensione libera una per una le cellule tumorali, e digitalizzarle mappandone il genoma. 

Gianni Medoro, ideatore della tecnologia, chiarisce che le cellule cancerogene libere, analizzate opportunamente tramite il nuovo test, diventano pixel che saranno studiati più agevolmente e con grande precisione, tanto da poterne esaminare le diverse caratteristiche.

Dunque, si procede con l'analizzare ed isolare le cellule per gruppi omogenei, mettendole a confronto con quelle sane, anch'esse presenti nel materiale prelevato. In tal modo sarà possibile valutare tutta la popolazione di cellule, anche quelle particolarmente aggressive che potrebbero essere presenti in minor quantità, ma con più alto potenziale di metastasi. Di conseguenza, si può intervenire bloccando tempestivamente la degenerazione delle cellule cancerogene. Le cure potranno essere più specifiche e adattate ad ogni paziente con questo nuovo metodo di indagine diagnostica.

Il pregresso

Già una prima generazione di strumenti "DEPArray" ha mostrato la possibilità di individuare le differenze genetiche.

Il congresso American Society of Clinical Oncology (ASCO) del 2011, in collaborazione con "Johnson and Johnson" ha dimostrato la validità di Silicon Biosystems, metodologia già introdotta in importanti istituti di ricerca internazionali.

La speranza di curare selettivamente, combattendo con precisione ed efficacia le eterogenee e multiformi formazioni tumorali, è ormai a portata di mano.