Sempre più dati sostengono che, se la popolazione di microrganismi che vive nel nostro intestino viene alterata (disbiosi) da vari fattori (alimentazione errata, farmaci, stress, infezioni, intolleranze o altro), possono comparire disordini metabolici quali aumento del colesterolo LDL e dei trigliceridi, iperglicemia, aumento della pressione arteriosa e diabete di tipo 2. Di conseguenza, il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità diventa elevato.

Gli studi clinici condotti nell’arco di 15 anni e pubblicati sulla rivista "Nutrients" nel marzo 2016, sostengono che il trattamento per 4-10 settimane con vari probiotici (Lattobacilli e Bifidobatteri) e prebiotici (inulina o altri frutto-oligosaccaridi, FOS) produce un miglioramento significativo dei markers metabolici.

Si può limitare, dunque, l’uso di farmaci anti-colesterolo e glicemia con l’aiuto dei probiotici/prebiotici, nell’ambito di un regime dietetico controllato.

Il colesterolo presente nell’organismo non deriva solo dal cibo. In buona parte, infatti, il colesterole viene prodotto dal fegato; in questo modo l’organismo se ne garantisce le quantità necessarie sia per mantenere la fluidità delle membrane cellulari sia per la produzione di ormoni, vitamina D e acidi biliari. In molti casi l’ipercolesterolemia è dovuta proprio a un eccesso di produzione del fegato: in tali circostanze agire sulla quantità di colesterolo introdotta con il cibo può non essere sufficiente a tenerne sotto controllo i livelli e, per ridurre il rischio cardiovascolare, può essere necessario assumere dei farmaci specifici. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.  

Da cosa dipendono i livelli di colesterolo?

È sufficiente ridurre il consumo dei cibi che ne sono ricchi? I medici del Policlino "A. Gemelli" di Roma ti aiutano a scoprirlo su www.alcuoredelproblema.it

Posted by Danacol on Tuesday, 5 April 2016

Popolazione microbica (microbiota)

Circa il 90% della popolazione microbica presente nell’intestino (microbiota) interviene nell’assorbimento dei nutrienti, nella fortificazione della barriera della mucosa intestinale, nell’eliminazione delle sostanze tossiche e nella regolazione del sistema immunitario. L’alterazione della flora batterica intestinale (disbiosi o dismicrobismo) è implicata nello sviluppo dei disordini metabolici, nell’infiammazione sistemica e nello stress ossidativo.

Studi clinici

La FAO (Food and Agriculture Organization), agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di controllare lo stato di nutrizione in molti paesi nel mondo, ha classificato i probiotici come microrganismi viventi ad azione benefica per l’organismo ospite.

L’assunzione per via orale di vari Lattobacilli (Lactobacillus acidophilus L1, LA1, LA5, casei, rhamnosus LC705, bulgaricus, fermentum) e Bifidobatteri (Bifidobacterium breve, longum BL1, lactis Bb12) nello yogurt o in tavolette, per un periodo compreso tra 4 e 10 settimane, ha determinato una riduzione del colesterolo LDL, dei livelli di glucosio, e ha aumentato l’attività di enzimi ad azione antiossidante (glutatione perossidasi e superossido dismutasi).

In alcuni studi, l’aggiunta di fibre prebiotiche (frutto-oligosaccardi, FOS di cui inulina) ha rivelato anche effetti positivi sulla pressione arteriosa, oltre che sui parametri metabolici. I prebiotici aumentano il numero di Bifidobatteri e Lattobacilli, utili per la Salute, e li troviamo nella frutta e nella verdura.

I dati finora ottenuti confermano, dunque, il ruolo del microbiota intestinale e i benefici dei probiotici/prebiotici per trattare le malattie metaboliche.