Quello che mangiamo non nutre solo noi, ma anche i batteri che vivono nel nostro intestino. Grazie alla tecnologia del sequenziamento del DNA è stato scoperto che i nostri microbi producono molti prodotti attivi sia sulla superficie della mucosa intestinale, che sui nostri organi escretori (fegato, reni, polmoni, pelle, intestino) deputati all’eliminazione delle tossine.

Il microbiota (flora intestinale) sintetizza sostanze protettive per la mucosa intestinale, da una dieta ricca di ortaggi, oppure tossine ad azione cancerogena da una dietacarica di zucchero e grassi, alcol e farmaci.

E’ quanto pubblicato sulla rivista “Food and Function” nel 2016, dalla Divisione di Medicina Generale Interna e Gastroenterologia dell’Università di Pittsburgh Medicinal Center, Pennsylvania.

Eubiosi e disbiosi della flora batterica intestinale

In condizioni di eubiosi (equilibrio), la microflora intestinale svolge varie funzioni fisiologiche: degrada la parte indigeribile dei vegetali in acidi grassi a catena corta, come l’acido butirrico (ha azione protettiva per la mucosa del colon ed antitumorale); produce aminoacidi, vitamine e regola il tessuto linfoide intestinale (coinvolto nelle difese immunitarie).

Quando viene alterata da una dieta errata o da alcuni farmaci, è in disbiosi (squilibrio tra batteri).

In questo caso, produce tossine o metaboliti che possono portare a malattie infiammatorie croniche (diverticolite, morbo di Crohn), alterazione delle difese immunitarie, comparsa di allergie o malattie autoimmunitarie ed alla carcinogenesi.

Per instaurare l’eubiosi, oltre ad una dieta corretta, si ricorre all’uso di probiotici specifici (batteri vantaggiosi), insieme ai prebiotici (esempio, da cicoria, avena, aglio, carciofo oppure nutraceutici), che sono il nutrimento dei batteri buoni nel colon.

Azione degli alimenti sulla microflora batterica

Ai prodotti tossici della disbiosi intestinale si possono aggiungere le amine eterocicliche derivanti da un eccesso di carne alla brace nell’alimentazione, che danneggiano il DNA dei colociti (cellule del colon), innescando il primo passo della cancerogenesi.

Ortaggi come le crucifere (broccoli, broccoletti, cavoli) o l’aglio producono, invece, composti come sulforafano e allilmercaptano, che, insieme al butirrato dalle fibre vegetali non digerite, inibiscono l’attività di proteine (istone deacetilasi), coinvolte nella replicazione del DNA e nella proliferazione cellulare incontrollata.

Hanno, perciò, un ruolo preventivo nel cancro al colon.

I soggetti con familiarità di cancro al colon sono invitati, da molti clinici, a seguire una dieta bilanciata e ad assumereprobiotici specifici (batteri buoni) o nutraceutici (estratti dagli alimenti). Queste sostanze inducono un’azione preventiva e terapeutica nel trattamento delle malattie digestive, prima tra tutte il tumore al colon.