Può risultare difficile ottenere un calo ponderale e, soprattutto, mantenere il peso ideale nel tempo.

Durante la dieta ipocalorica possono essere d’aiuto i probiotici (microrganismi vivi) e i prebiotici (fibre), come hanno dimostrato i ricercatori della Facoltà di Medicina, Laval University, Quebec (Canada) in un lavoro pubblicato nel marzo 2017 sulla rivista Nutrients.

Lo studio è stato condotto su soggetti obesi (45 uomini e 60 donne in età compresa tra 18 e 55 anni, con indice di massa corporea tra 29 e 41 kg/m2), ai quali sono state somministrate due capsule al giorno di una formulazione contenente 10 mg di probiotico Lactobacillus rhamnosus e prebiotici (210 mg di oligofruttosio e 90 mg di inulina) per 12 settimane, insieme ad una dieta ipocalorica.

L’integrazione ha indotto una maggiore perdita di peso e un aumento del senso di sazietà, rispetto al gruppo di controllo, che ha ricevuto solo placebo.

La restrizione cognitiva della dieta è stata meno pronunciata in coloro che hanno assunto probiotici e prebiotici, suggerendo che l’asse intestino cervello, il microbiota (comunemente detta ‘flora intestinale’) e i probiotici intervengono nel controllo dell’appetito.

Asse intestino-cervello

Gli studi clinici hanno confermato che la composizione del microbiota intestinale ha una diversa composizione negli individui magri rispetto agli obesi. E’, dunque, paragonabile ad un organo che contribuisce al metabolismo ossidativo.

Il microbiota modula l’attività del sistema nervoso centrale e viceversa: l’intestino può influenzare la funzione cerebrale (stress, depressione e ansia); il cervello, a sua volta, influisce sulla motilità, la permeabilità intestinale e la sensazione di appetito.

Studi precedenti avevano rivelato che l’integrazione di latte fermentato con Lactobacillus gasseri, per 12 settimane, stimolava il consumo del grasso sottocutaneo e viscerale in soggetti obesi non sottoposti a dieta ipocalorica; in un altro, il consumo di due yogurt al giorno con Lactobacillus amylovorus riduceva la massa grassa.

Lo studio clinico

I partecipanti trattati per 12 settimane hanno continuato ad assumere probiotici e prebiotici per altre 12 settimane, in assenza di una restrizione calorica.

Hanno proseguito a perdere peso, mentre il gruppo di controllo lo ha recuperato.

Le fibre (prebiotici) sono state utilizzate per aumentare la sopravvivenza dei probiotici in condizioni di elevata acidità (nello stomaco) e in presenza di sali biliari (nel duodeno).

I probiotici (ceppo specifico di Lactobacillus) hanno stimolato la produzione di neurotrasmettitori come il GABA e aumentato l’attività di enzimi coinvolti nel metabolismo del triptofano, precursore della serotonina; hanno ridotto quindi il desiderio incontrollato di cibo, contrastando l’aumento di peso (i neurotrasmettitori GABA e serotonina hanno effetti benefici contro ansia e depressione).