Lucia Lo Conti ha perso la vita a 50 anni. Il suo decesso risale al 2004, a causa di un tumore ai polmoni e il tribunale civile, dopo 21 anni, ha condannato la Regione Sicilia con un risarcimento di un milione e mezzo alla famiglia. La vittima non aveva mai fumato nel corso della sua vita e all’interno della sua famiglia nessuno aveva questo vizio. La donna impiegata ai Beni culturali dal 1979 aveva dovuto aspramente lottare contro i suoi colleghi fumatori ma la legge antifumo non era ancora in vigore sui posti di lavoro.
Fumo passivo: ecco perché il tribunale ha dato ragione alla famiglia della vittima
L’Ufficio della Regione nel quale prestava servizio la signora Lo Conti non ha chiesto il giudizio in appello e quindi, di conseguenza, la sentenza del giudice del tribunale di Palermo è da considerarsi definitiva. La legge del divieto di fumo nei locali chiusi, negli anni a cui fa riferimento l’iter lavorativo della vittima non era ancora andata in vigore, ma nonostante questo particolare, a distanza di diversi anni, la famiglia della donna ha vinto la delicata causa contro la regione dove lavorava la signora grazie alla condanna del Tribunale della città di Palermo che ha inoltre stabilito la somma del maxi risarcimento di un milione e mezzo di euro.
Il percorso burocratico della famiglia della vittima è stato molto lungo e in più di un’occasione l’avvocato della famiglia della vittima Miccichè ha ribadito l’importante e fondamentale dettaglio dovuto all’assenza di un adeguato sistema di areazione nei locali in cui prestava servizio la donna. Secondo il giudice queste condizioni sono state riconosciute non idonee e per tanto ha ritenuto che la sua esposizione al fumo passivo in quegli uffici abbia inciso notevolmente sullo sviluppo della malattia tumorale che ne ha determinato successivamente il decesso.
I danni del fumo passivo sulla salute dell’uomo
Il cosiddetto “fumo passivo” è quello inalato da chi si trova a contatto con fumatori, e risulterebbe, secondo la casistica studiata in merito, una delle principali cause di inquinamento negli ambienti chiusi e non adeguatamente areati. Il fumo prodotto dalla sigaretta sarebbe classificabile in due tipi: quello chiamato “centrale”, che rappresenta praticamente il fumo attivo prodotto dal fumatore, che in parte viene inalato e in parte espirato e poi abbiamo quello “laterale” che rappresenta il vero e proprio “fumo passivo” determinato anche dalla combustione della sigaretta.
In pratica queste due differenti tipologie di classificazione sarebbero entrambi determinate dalla combustione del tabacco, ma le differenze risiedono nella temperatura della combustione, più alta nel fumo attivo e più bassa in quello passivo. Inoltre negli ambienti non idoneamente arieggiati il fumo della sigaretta può determinare concentrazioni molto alte di polveri sottili superando di gran lunga i limiti stabiliti dalla legge.