L' Associazione culturale pediatri lancia l'allarme su questa generazione di adolescenti, dipendenti in modo ossessivo dalla tecnologia e totalmente impreparati a diventare adulti.

La cronaca spesso ci mostra le conseguenze estreme di questa dipendenza. Perchè di dipendenza si tratta, se non si riesce più a farne a meno e ti condiziona al punto da non distinguere tra vita reale e realtà virtuale.

Ragazzi distratti investiti dal treno perché attraversano la strada con gli occhi incollati al cellulare e gli auricolari nelle orecchie, schianti mortali in auto a causa di un banale selfie, video postati senza un briciolo di dignità morale per condividere atti deplorevoli.

Apatici e poco autonomi, restano più in casa ma sono estranei per i genitori

Studi pediatrici recenti dipingono un quadro preoccupante dei giovani di oggi: fisicamente più lenti, tendenzialmente depressi e psicologicamente vulnerabili, trascorrono la maggior parte del tempo in casa ma sono dei perfetti sconosciuti per i loro genitori.

Oggi gli adolescenti non sono più solo in sovrappeso e pigri, ma sono diventati pericolosamente apatici, spiega Augusto Biasini, pediatra dell'ospedale Bufalini di Cesena. Preferiscono rimanere sdraiati a letto piuttosto che uscire e incontrare coetanei, continua Biasini, perché la loro vita è social e i contatti avvengono tramite Smartphone.

Tra il 2000 e il 2015 il numero di ragazzi che esce quotidianamente con gli amici è diminuito del 40%.

Molti non sentono l'esigenza di incontrarsi fisicamente, neanche per appuntamenti sentimentali. Si conoscono, si parlano, si frequentano ma solo sui social, quasi avessero timore di confrontarsi in una realtà al di fuori di internet.

Tutti hanno un account, che sia su Facebook, Twitter o Instagram non importa, l'importante è essere social e alimentare compulsivamente il profilo.

Ignorano un'epoca prima di internet.

Autonomia e libertà non sono valori da conquistare. A fine liceo, il 25% dei ragazzi non ha ancora preso la patente.

Smartphone, social e videogame è il mix esplosivo che mette a rischio la salute di molti ragazzi che, impegnati tra un tweet e una sfida all'ultimo videogioco, meglio se online, perdono irrecuperabili ore di sonno.

La mancanza di sonno non solo minaccia seriamente lo sviluppo del cervello, ma li può rendere impulsivi e soggetti a disturbi psichici, nel caso vi sia una predisposizione di base.

Dipendenza da tecnologia: un fenomeno diffuso

In America vengono definiti iGen gli adolescenti di questa generazione, cresciuti tra smartphone e social media.

Il termine è stato coniato da una ricercatrice americana, Jean M. Twenge, che da più di 20 anni analizza i comportamenti di generazioni di teenagers, confrontandone i tratti salienti. Nel suo studio, dal titolo emblematico 'Have smartphone destroyed a generation?', cioè 'lo smartphone ha distrutto una generazione?', la ricercatrice afferma che gli iGen crescendo potrebbero diventare adulti che sanno qual è l'emoticon adatta per ogni situazione, ma non la conseguente espressione del viso della persona, con le problematiche relazionali che ne derivano.

Più vulnerabili psicologicamente dei Millennials, la generazione anni 80-90, sono più soggetti a depressione e insonnia, risultano più infelici e mostrano spesso idee suicide.

Parole che fanno riflettere, come l'affermazione che mentre la differenza fra i Millennials e i loro padri era nella visione del mondo, gli adolescenti di oggi si distinguono dai Millennials non per le idee ma per il modo in cui spendono il loro tempo.

Serve allora un grande sforzo da parte della famiglia, della scuola, della società tutta per convincerli che la realtà non è sui social, che nella vita ci sono uno scopo e un fine, che la tecnologia va utilizzata e non subita. Per prepararli insomma a diventare adulti.