Il peggiore degli incubi può concretizzarsi. Quale? Svegliarsi in sala operatoria nel bel mezzo di un intervento chirurgico, essere in preda al dolore senza poter muovere un muscolo per allertare il chirurgo e i suoi assistenti che continuano ad agire su un povero corpo aperto. Una possibilità tanto sporadica quanto reale. Recenti studi registrano un caso su mille. Trent'anni fa c'erano uno o due casi su cento: il fenomeno è in calo, ma non ancora azzerato. Lo testimoniano i racconti di pazienti ai quali è capitato di destarsi durante un'operazione perché il corpo 'resiste' o non risponde all'anestesia.
Chi ha vissuto queste esperienze sconvolgenti può restare traumatizzato per anni.
Racconti di 'risvegliati'
I risvegli dall'anestesia possono avvenire per vari motivi. Il quotidiano inglese "The Guardian" in un lungo articolo dedicato all'argomento, ha riepilogato alcune delle storie più note in letteratura medica. C'è il caso di Caroline Coote, inglese di 48 anni. L'anestesia non è andata completamente in circolo e così, mentre stava subendo un intervento alla cistifellea, si è destata. Aveva i muscoli completamente paralizzati e non poteva far nulla per interrompere la tortura. Diverso il caso di Rachel Benmayor. Al termine della gravidanza, la sua pressione continuava a salire a causa della gestosi.
I medici decisero di farle un parto cesareo in anestesia totale. La donna ricorda gli attimi prima di sprofondare nel sonno forzato, poi cadde nell'incoscienza, ma per poco. Cominciò a sentire dolori lancinanti come se un camion le stesse passando più e più volte avanti e indietro sulla pancia. Era in una condizione in cui sentiva il più terribile dei dolori ma senza sapere dove fosse e cosa le stesse accadendo.
La sua mente era sveglia mentre i suoi muscoli erano paralizzati e non aveva modo di fare nulla. Dopo mesi soffriva di incubi e attacchi di panico. Nel caso di Anne Lord, invece, il suo corpo ha opposto resistenza ai farmaci malgrado avesse ricevuto tre volte la quantità normale di anestetico. Probabilmente per una predisposizione familiare e genetica alla 'consapevolezza'.
Stava subendo un intervento per rimuovere un cancro al colon, quando ha sentito qualcuno urlare in maniera atroce. Poi ha scoperto che era lei a farlo. E nel mentre urlava ha scalciato colpendo il chirurgo al punto che è stato sbalzato dallo sgabello.
Come mai l'anestesia 'fallisce'
L'anestesia è scienza perfettibile, ma non esatta. Un anestetico è una combinazione di più farmaci che agisce sul sistema nervoso centrale col compito di 'spegnere' il dolore. Contiene ipnotici per rendere incoscienti, analgesici per controllare lo stimolo doloroso e rilassanti muscolari. Per ogni paziente e a seconda dell'intervento che debba avere, vengono dosati i tre ingredienti e mescolati in cerca della soluzione su misura per quel degente.
Ma ancora non sono perfettamente noti i meccanismi che regolano l’attività delle aree del cervello da addormentare. Le possibilità sono tante. Ci sono anestesie troppo "leggere" e perciò più a rischio. Ci sono persone che sembrano in stato di incoscienza, addormentate, e non lo sono. Ci può essere l'errore umano, o possono accadere incidenti quali guasti ai macchinari e perdite ai tubi. Ci sono pazienti in generale più a rischio: gli obesi, gli anziani, i tossicodipendenti, persone con problemi cardiocircolatorio o che facciano abbondante uso di antidolorifici, i casi in emergenza. Ansia e paura non aiutano. A volte conseguenza di questa esperienza possono essere attacchi di panico, disturbi psicologici, incubi. Il dato positivo è che negli ultimi 50 anni il tasso di mortalità dovuto ad anestesie è diminuito del 97% e i casi di risveglio restano comunque una rarità.