Il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia, si ritiene molto soddisfatto e orgoglioso delle ricerche scientifiche condotte dall'Università di Padova e quella di Verona. Le due facoltà venete hanno fatto enormi passi avanti per cercare una cura utile nella lotta a due tra le malattie più diffuse oggigiorno: il tumore e la celiachia.
Nuove ricerche anche nella cura alla celiachia
Mentre a Padova un team di ricercatori guidato dal dott. Giorgio Cozza, del dipartimento di medicina molecolare, ha avviato delle ricerche scoprendo una nuova molecola chimica: l’Ivacaftor – capace di prevenire i problemi intestinali causati dalla celiachia.
Contemporaneamente a Verona, un altro team guidato dall’immunologo Vincenzo Bronte – nonché docente del dipartimento di medicina – ha avuto modo di identificare una molecola resistente alle cure del cancro.
Di queste importanti scoperte scientifiche, condotte dalle due università venete, il presidente della regione, Luca Zaia, ne elogia l’importanza per poter aprire le frontiere alla lotta contro il tumore e ai problemi legati alla celiachia. Inoltre, ritiene che le due rispettive facoltà di medicina siano già proiettate verso la sanità del “terzo millennio”, con l’augurio che le loro ricerche possano rivelarsi di aiuto fondamentale per i tanti malati che in questo momento si trovano a dover combattere contro un male più grande di loro.
Cura contro il tumore
Lo studio condotto dall’Università veronese, guidato dall’immunologo Vincenzo Bronte - uno dei massimi esperti in questo campo - è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications poiché risulta essere una svolta nella lotta contro il cancro. Grazie alla ricerca condotta dal team della facoltà di medicina di Verona, è stata individuata una molecola resistente alle cure contro i tumori.
Lo studio effettuato ha rivelato l'inaspettato ruolo della proteina c-Flip - solitamente controlla il ciclo cellulare prevenendo la morte programmata delle cellule in seguito a un danno. Quando il tumore progredisce, si assiste a un'anormale espressione di questa proteina nelle cellule mieloidi monocitarie, promuovendo l'acquisizione di funzioni immuno-inibitorie.
Di fatti, i monociti Flip positivi impediscono la proliferazione dei linfociti T, limitando gli effetti dell'immunoterapia. Dunque, il monitoraggio dei diversi pazienti, farà sì che in futuro vi siano delle cure appositamente studiate per ogni singolo individuo in modo tale da debellare definitivamente questo male fino ad ora ritenuto tra i più difficili da curare.