Un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha probabilmente scoperto la radice fisica dell'anedonia, la deprivazione di ogni tipo di piacere che accompagna lo stato depressivo. Ha quindi un'origine cerebrale la perdite del piacere di vivere, legata all'iperattività di una piccola zona del cervello, attività che ne scatena altre in altre areee circuitali e che la ketamina riesce a bloccare. In precedenza studiosi dell'Università di Baltimora, studiando la depressione avevano già definito una probabile sede nell'area cerebrale coinvolta nelle dipendenze, in quanto associata al meccanismo piacere/ricompensa, i cui segnali si indeboliscono in caso di depressione.

Lo studio

Il gruppo di Cambridge ha cercato di capire l'origine di uno dei sintomi che caratterizzano la depressione e che risulta difficilissimo da trattare: la perdita della capacità di provare piacere, detta anedonia. I ricercatori hanno trovato il sito cerebrale ad essa legato, un'area del lobo frontale del cervello, chiamata area 25, la cui attività ha ripercussioni su altre regioni cerebrali. La scoperta, pubblicata sulla rivista di settore "Neuron", spiega anche che con l'uso del farmaco ketamina questa attività può essere fermata. L'anedonia, oltre a cancellare il piacere causa anche perdita di motivazione ed assenza dello stato di eccitazione quando si attende un evento positivo, ovvero l'anticipazione.

Gli studiosi hanno visionato serie di imaging cerebrale ottenute da pazienti depressi, individuando diverse arre cerebrali coinvolte, soprattutto nell'area frontale. Poi hanno cercato un nesso tra la loro attività e l'anedonia, per capire se la mancanza di piacere e motivazione avessero un'origine comune. I ricercatori, guidati dalla dottoressa Angela C.

Roberts, hanno iniettato una sostanza che provoca iperattività neuronale del lobo frontale nel cervello di esemplari di uistiti. Si tratta di una piccola scimmia platarriina che presenta una forte affinità con luomo nella regione del lobo frontale del cervello. Gli animali a cui veniva trattata l'area 25 perdevano la voglia di impegnarsi in compiti seguiti da ricompense, a differenza degli esemplari di controllo, non trattati con farmaci.

Dimostravano anche un atteggiamento rinunciatario di fronte ad ogni minima difficoltà,.

L'area 25 e la ketamina

Le immagini dell'attività cerebrale dei primati sono state studiate con la PET, la tomografia a emissione di positroni, ed hanno mostrato come un'iperattività dell'are 25 abbia un effetto a cascata su molti altri circuiti cerebrali che controllano l'eccitazione anticipatoria. Quindi gli studiosi hanno cercato una sostanza che bloccasse l'effetto a cascata ed hanno scoperto che la ketamina, un anestetico le cui proprietà antidepressive sono note da anni, riesce a bloccare l'iperattività dell'area 25, garantendo nelle scimmie un comportamento simile a quello dei simili non trattati, ovvero la ricerca della ricompensa, in questo caso un succulento marshmallow.