In riferimento agli ultimi sette giorni, l'Istituto Superiore di Sanità ha infatti osservato un incremento del 66% di casi Covid con quasi 9 mila nuove segnalazioni.

Nonostante l'incremento dei contagi, la situazione negli ospedali resta stabile. I numeri di ospedalizzazione e quelli relativi al tasso di mortalità sono come di consueto più elevati nelle fasce di età più alte.

Covid, crescono i contagi

Negli ultimi sette giorni, in Italia si è registrato un aumento del 66% dei casi di Covid-19, con quasi 9 mila nuove infezioni. Al 17 luglio 2024, l'occupazione dei posti letto in area medica è tuttavia dell'1,9% (1183 ricoverati), un dato dunque sostanzialmente stabile rispetto a quello della settimana scorsa (1,6% osservato al 10 luglio 2024).

Anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva è rimasta stabile, con un tasso dello 0,5% (43 ricoverati).

Indice di trasmissibilità e incidenza

L'indice di trasmissibilità (Rt) basato su dati aggiornati al 17 luglio 2024, calcolato solo sui casi con ricovero ospedaliero, è salito a 1,20, rispetto all'1,00 della scorsa settimana. L'incidenza dei casi diagnosticati e segnalati nel periodo dall'11 al 17 luglio 2024 è di 15 ogni 100.000 abitanti, rispetto ai 9 casi ogni 100.000 abitanti della settimana scorsa. La regione con la più alta incidenza è il Lazio (29 casi ogni 100.000 abitanti), la più bassa le Marche (<0,5 casi ogni 100.000 abitanti). Le fasce di età maggiormente colpite sono quelle tra 80 e 89 anni e oltre i 90.

Covid, varianti e reinfezioni

I dati preliminari di giugno 2024 rivelano un aumento nella percentuale di sequenziamenti attribuibili alla variante KP.3, una discendente della JN.1, che è passata dal 24,4% di maggio 2024 al 40,5%. La percentuale di reinfezioni è invece salita al 49%, mostrando un lieve incremento rispetto alla settimana precedente.

In Italia la variante KP.3 del virus Sars-CoV-2 è ad oggi responsabile di oltre 4 contagi su 10.

La Corte UE bacchetta la Commissione

Nel frattempo, guardando al contesto europeo, si registra un pronunciamento della Corte di giustizia europea, che ha stabilito come la Commissione Europea non abbia concesso al pubblico un accesso "sufficientemente ampio" ai contratti di acquisto dei vaccini contro il Covid-19.

Tutto è partito da un ricorso presentato in sinergia tra vari cittadini ed eurodeputati dei Verdi contro il rifiuto alla richiesta, ufficializzata nel 2021, di avere accesso ai documenti relativi ai contratti di acquisto dei vaccini, stipulati tra la Commissione Ue e numerose aziende farmaceutiche: "La Commissione europea ha dovuto trovare un difficile equilibrio tra il diritto del pubblico, compresi i deputati al Parlamento europeo, all'informazione e gli obblighi giuridici derivanti dai contratti" ha replicato la Commissione che ha rivendicato il rispetto "dei principi di apertura e trasparenza" aggiungendo che "esaminerà attentamente le sentenze", riservandosi il diritto di agire in sede legale.