È bastata la prima salita dell’anno per far uscire allo scoperto Alberto Contador. Nel suo classico stile aggressivo il fuoriclasse spagnolo è stato il protagonista della scalata all’Alto de Monachil, punto nevralgico della tappa che ieri ha aperto la Vuelta Andalucia. Contador non è riuscito a scrollarsi tutti di dosso, con un Valverde che è diventato la sua ombra andando poi a vincere la tappa sul traguardo di Granada, ma ha lasciato un’ottima impressione in questa prima uscita stagionale.

Contador, una corsa coraggiosa

Anche se era la prima corsa dell’anno, e il debutto con la maglia della Trek Segafredo, Alberto Contador non è venuto meno al suo modo di correre, sempre all’attacco.

Il campione spagnolo ha voluto provare e testarsi sulla salita di Alto de Monachil, sulla quale ha prima fatto lavorare Zubeldia e Hernandez per poi passare direttamente all’offensiva. Contador è rimasto da solo al comando per qualche centinaio di metri, ma quando Valverde è uscito a sua volta dal gruppo andando a raggiungerlo, la corsa è diventata quasi una partita a scacchi tra i due campioni. “Gli ho detto di collaborare, di andare insieme, ma lui non ha voluto” ha spiegato Contador al sito ufficiale della sua squadra “Potevamo giocarsi la tappa tra di noi, ma Valverde non voleva. È normale, ognuno ha le sue tattiche”.

Anche se non è riuscito a fare davvero la differenza in salita, e l’atteggiamento tattico di Valverde ha frenato la sua corsa, Contador si è detto molto soddisfatto per questa prima uscita stagionale.

“Sono molto contento per le sensazioni e per la squadra, tutto ha funzionato bene” continua il campione “Siamo stati coraggiosi a prendere il controllo della corsa. Sulla salita nessuno ha dato continuità al ritmo e io non sono stato in grado di fare la differenza che speravo”.

Oggi la Vuelta Andalucia arriverà al suo punto cruciale, l’arrivo in salita di Alto Pena del Aguila, che però non infiamma le speranze di Contador: “Vedremo, ma penso che l’ultima salita sia più difficile sulla carta che nella realtà”.