La lunga e ricca carriera di Damiano Cunego si era già conclusa lo scorso giugno con un’ultima presenza ai Campionati Italiani vinti da Elia Viviani. Il corridore veronese della Nippo Fantini è però voluto tornare in bicicletta per una sorta di passerella, il criterium che un paio di settimane fa ha preceduto la Japan Cup, la corsa giapponese da lui vinta due volte e che lo ha reso molto popolare anche in Estremo Oriente.

Di ritorno dall'Asia, Cunego ha parlato alla Gazzetta dello Sport del suo addio alle corse, della sua carriera, ma soprattutto dell'evoluzione esasperata che ha vissuto il ciclismo professionistico in questi anni e che lo ha messo un po’ in difficoltà.

Cunego, un addio tranquillo

Damiano Cunego ha dato le ultime pedalate della carriera in Giappone, nel criterium della Japan Cup, una corsa che è stata una tranquilla passerella. Il corridore veronese ha vissuto quest'ultima gara con grande serenità, così come del resto lo scorcio della stagione che lo ha visto in gruppo fino a giugno. Il vincitore del Giro 2004 aveva capito da tempo che era arrivato il momento di appendere la bici al chiodo ed ha accettato questo inevitabile passaggio senza problemi.

Cunego ha raccontato alla Gazzetta di aver dato le ultime pedalate in Giappone “in maniera tranquilla. Non è stato un addio improvviso, mentalmente avevo staccato dopo i Campionati italiani" ha spiegato l’ormai ex corridore.

Cunego ha parlato della sua lunga carriera, spiegando di avere a cuore ogni suo successo e non solo quelli più importanti come il Giro d’Italia e i tre Lombardia. Il suo cruccio resta invece legato al secondo posto nella tappa dell’Alpe d’Huez al Tour 2006, staccato nel finale da Frank Schleck: “Un rimpianto che aumenta quando nel mondo mi chiedono se ho mai vinto una tappa del Tour” ha confidato Cunego.

Un ciclismo sempre più esasperato

Il tema più interessante dell'intervista di Cunego è stato però il cambiamento vissuto nel Ciclismo professionistico dall'ormai lontano 2002, quando debuttò tra i grandi.

Da allora c’è stata un’evoluzione impressionante sia per quanto riguarda gli allenamenti che per i materiali, una corsa al miglioramento che è diventata sempre più spinta ed esasperata in ogni direzione.

Cunego, che dopo una prima parte di carriera brillantissima ha cominciato a declinare in maniera un po’ precoce, ha svelato di aver sofferto questa evoluzione senza limiti: “E’ incredibile come ogni dettaglio possa fare la differenza e dare un vantaggio. Per me è stato sempre più difficile adattarmi a questi cambiamenti” ha dichiarato l’ex corridore di Lampre e Nippo. “Per certi aspetti mette a disagio questa maniacale ricerca della perfezione, perché basta poco per rimanere indietro” ha aggiunto Cunego.