Il 2024 del ciclismo professionistico sarà sempre ricordato come l'anno del dominio incontrastato di Tadej Pogacar. Il fuoriclasse sloveno ha vinto ovunque, spesso con imprese eclatanti e fughe da distanze imprevedibili. Pogacar ha centrato la doppietta Giro-Tour, che non riusciva più a nessuno dal lontano 1998, vincendo ben 12 tappe equamente divise tra le due corse, ma anche la Strade Bianche, la Liegi e il Lombardia, con il sigillo di un Mondiale epico. In un'intervista al giornale spagnolo Jot Down, il numero uno del Ciclismo mondiale ora ha raccontato come è nata questa stagione straordinaria.
Pogacar ha spiegato che le due sconfitte rimediate al Tour da Vingegaard nel 2022 e nel 2023 gli hanno dato una forte motivazione e che da qui è partita la corsa ad un incessante perfezionamento su tantissimi aspetti. "Sapevo cosa non era andato nel 2022 e nel 2023, c'erano tanti fattori che non facevano andare bene le cose. Quest'anno ho cambiato alcune cose, la sella, le pedivelle più corte. Ho lavorato di più sul mio fisico e sul mio stile di vita", ha raccontato Pogacar.
Pogacar: 'Impossibile fare paragoni tra epoche diverse'
Il suo straordinario 2024 ha portato il mondo del ciclismo ad interrogarsi sull'accostamento tra Pogacar e il più vincente campione della storia, Eddy Merckx. Parlando a Jot Down, lo sloveno ha spiegato di non essere così attratto da questi confronti con i grandi del passato, e non per snobismo.
"Ci sono sempre persone che discutono su chi sia il migliore di tutti i tempi, quando in realtà non è possibile fare paragoni tra epoche diverse che abbracciano più di cento anni. Forse potresti guardare agli ultimi decenni, ma non puoi misurare chi sia il migliore di un intero secolo", ha dichiarato il Campione del Mondo, aggiungendo che "sto pensando a fare le mie cose, non a chi sia o non sia stato il migliore".
Pogacar ha spiegato che le sconfitte rimediate al Tour nel 2022 e nel 2023 lo hanno portato a compiere un salto di qualità con tutta la squadra, e a lavorare su tanti particolari in maniera più attenta. "Quest'anno ho cambiato alcune cose, come la sella, ho usato pedivelle più corte e ho lavorato di più sulla mia forma fisica fuori dalla bici.
Sapevo cosa non andava nel 2022 e nel 2023, c'erano tanti fattori che non facevano andare le cose bene. Quest’anno, invece, è andato tutto liscio. Ho cambiato alcune cose, ho lavorato di più sul mio fisico e sul mio stile di vita", ha raccontato il Campione del Mondo di ciclismo.
'La vittoria in volata è più adrenalinica'
Nonostante il suo marchio di fabbrica sia ormai diventato la lunga fuga solitaria, Pogacar ha dichiarato di sentire di più l'emozione di una vittoria in volata.
"In termini di adrenalina, metterei sempre una vittoria in volata sopra un arrivo in solitaria. Quando tagli il traguardo in uno sprint, l'eccitazione e l'adrenalina sono al massimo. Tutto succede per istinto e le emozioni sono intense, è come se tutto ti uscisse in un secondo.
Al contrario, quando vedi a 10 o 20 chilometri dalla fine che stai vincendo, è diverso, è bello, ma non hai la stessa adrenalina perché lo sapevi già in anticipo. Quando tagli il traguardo, provi più sollievo e felicità, non è esplosivo come in uno sprint", ha raccontato Pogacar.