Nell'ultima puntata del suo fortunato podcast, "Geraint Thomas Cycling Club", il campione gallese di ciclismo ha ospitato l'ex compagno di squadra Pavel Sivakov. Dopo aver trascorso la prima parte della carriera in Ineos, il corridore russo naturalizzato francese è passato dalla scorsa stagione alla corte di Tadej Pogacar nella UAE Emirates. La chiacchierata tra Thomas e Sivakov è diventata un interessante confronto sui diversi metodi di allenamento di due top team del Ciclismo mondiale. Sivakov ha raccontato al suo ex compagno di squadra che ora la sua preparazione è molto diversa e che l'adattamento ai metodi della UAE gli ha richiesto tempo e impegno, anche da un punto di vista mentale.

"Alla UAE mi alleno per meno ore, ma la grande differenza è che non vado mai piano, tipo sotto i 200 watt", ha dichiarato il corridore francese.

'La grande differenza è che ora non pedalo mai piano'

Pavel Sivakov ha vissuto una buona stagione d'esordio alla UAE Emirates. Il russo - francese è stato impiegato in alcune corse come gregario di Pogacar, per esempio al Tour de France e al Lombardia, ma ha avuto anche qualche occasione di maggior libertà. E' riuscito a vincere una tappa al Giro d'Abruzzo, ha chiuso la Vuelta nella top ten, al nono posto, ed ha terminato la stagione con il quinto posto al Tour de Guangxi.

Queste buone prestazioni sono state il frutto di una preparazione molto diversa rispetto a quella che Sivakov seguiva alla Ineos.

"Adesso mi alleno più duramente, ma non con un'intensità maggiore, mi alleno molto nella famosa 'zona due' nota in tutti gli sport di resistenza" ha raccontato Sivakov a Geraint Thomas.

Il corridore della UAE ha spiegato che questi metodi di allenamenti non prevedono nessun momento morto o di recupero durante la pedalata. "LA grande differenza è che ora non pedalo mai piano, tipo sotto i 200 watt, devo sempre fare una pressione costante sui pedali" ha continuato Sivakov, ammettendo di aver avuto bisogno di tempo per adattarsi alla nuova situazione.

"Alla UAE faccio meno ore di allenamento, ma non ci sono chilometri buttati. Se faccio tre ore, sono tre ore di lavoro. Questo non è facile mentalmente, non piace a tutti, ma per me è andata bene. Adesso per me è difficile allenarmi con altri corridori, perchè non vado mai piano", ha raccontato il corridore della UAE.

Pavel Sivakov ha spiegato che questa metodologia di allenamento ha portato anche a situazioni particolari e per lui del tutto nuove.

"Prima del Tour eravamo in ritiro a Sierra Nevada. Ogni volta si partiva insieme per l'allenamento, ma poi ci separavamo. Ognuno seguiva il suo programma, perchè ognuno ha una zona e un peso diverso. Per me è stato un grande cambiamento" ha raccontato Sivakov.

'Funziona, ma può essere noioso'

Dopo aver ascoltato il suo ex compagno di squadra, Geraint Thomas ha fatto le sue riflessioni su questo tipo di allenamento della UAE Emirates. Il gallese ha ammesso che il metodo è valido, ma che per alcuni corridori può rivelarsi troppo impegnativo da un punto di vista mentale.

"Tutta la questione della zona due a volte fa arrabbiare le persone. A me non dispiacerebbe allenarmi in questo modo, ma non sempre.

Ho bisogno anche di fare qualche giro in cui esci, vai ovunque e socializzi con gli altri. Sarà interessante capire se questi corridori riusciranno a continuare così per 10 anni o 12. Funziona, ma può essere abbastanza noioso. Tutto dipende comunque dalle caratteristiche del singolo corridore", ha commentato Geraint Thomas.