Il progetto tra il sogno e la follia di Andrea Tafi sembra vicino ad un epilogo negativo. Tre mesi fa l’ex campione 52enne, ritiratosi dal ciclismo professionistico nel 2005, aveva annunciato di voler tornare a correre per un giorno per partecipare alla Parigi Roubaix esattamente vent’anni dopo il trionfo ottenuto nell’edizione 1999, l’ultima conquistata da un corridore italiano.

L’idea di Tafi si sta scontrando però con una realtà molto complicata: l’ex tricolore si sta allenando a pieno regime ma non è ancora riuscito a trovare una squadra e le speranze di avere un ingaggio sono ormai ridotte al minimo.

Tafi: ‘E’ un vero obiettivo’

Le difficoltà nel cercare di concretizzare il suo sogno un po’ folle non hanno tolto l’entusiasmo ad Andrea Tafi. L’ex corridore della Mapei ha completato le pratiche per essere iscritto al sistema dei controlli antidoping a sorpresa e si è messo in contatto con molte squadre per ottenere un ingaggio e poter essere al via della prossima Parigi Roubaix.

Nonostante l’impegno Tafi non è riuscito ad ottenere fiducia da nessun team ed ormai, con la stagione iniziata e le squadre quasi tutte al completo, gli restano poche speranze di poter convincere qualcuno ad ingaggiarlo.

Da Velofollies, un’importante esposizione di bici in Belgio, l’ex Campione d’Italia ha dichiarato di non essersi ancora arreso. “Non è uno scherzo, ma un vero obiettivo” ha raccontato Tafi al giornale Het Nieuwsblad. “Mi sto allenando come durante gli anni in cui ero professionista, spero di essere al via” ha aggiunto il 52enne toscano che però non ha potuto dare novità positive sulla ricerca della squadra. “Non posso dire nulla a riguardo, ma nella prima settimana di febbraio voglio avere chiarezza”, ha concluso Tafi fissando così un termine nella sua caccia ad un ingaggio per la Parigi-Roubaix.

30 mila euro per una sola corsa

Velonews ha spiegato con alcune testimonianze anonime i motivi per i quali Tafi sta faticando così tanto a trovare una squadra interessata a fargli correre la Roubaix nel ventennale della sua vittoria. Alcune piccole formazioni avrebbero potuto ottenere un po’ di pubblicità e visibilità sposando questo progetto curioso. Un agente ha però dichiarato a Velonews che difficilmente l’ex campione troverà una squadra perché l’ingaggio costerebbe almeno 30.000 euro di stipendio, il minimo stabilito dalle regole dell’Uci. Per una piccola squadra sarebbe un esborso notevole per avere in cambio il corridore per una sola gara.

L’altro motivo che sta allontanando Tafi dal clamoroso ritorno alla Roubaix è di natura etica.

Nel 2013 una serie di test retroattivi rivelarono diversi casi di positività all’Epo sui campioni prelevati durante il Tour de France del 1998. Tra i nomi di corridori positivi al doping saltò fuori anche quello di Andrea Tafi, e molte squadre sono preoccupate di scatenare delle polemiche su un tema così delicato con un suo eventuale ingaggio.

La soluzione più probabile per l’ex corridore della Mapei sarebbe a questo punto quella di partecipare alla Roubaix nella versione per cicloamatori e festeggiare in questo modo il ventennale realizzando anche un documentario sulla preparazione e la partecipazione all’evento.