Il ciclismo italiano festeggia la quinta vittoria al Giro 2024 grazie ad Andrea Vendrame. Il corridore veneto della Decathlon Ag2R si è imposto nella diciannovesima tappa arrivando tutto solo al traguardo di Cima Sappada. Vendrame si è inserito nella fuga che ha caratterizzato la corsa ed ha poi piazzato il suo attacco vincente scendendo dalla Sella Valcalda, con coraggio e tempismo.
La classifica generale è rimasta invariata, con Tadej Pogacar che conserva il vantaggio abissale su Martinez e Thomas alla vigilia dell'ultima tappa di montagna, quella che domani scalerà per due volte il Monte Grappa.
Vendrame: 'L'attacco è la miglior difesa'
La battaglia per la vittoria di tappa è stata intensa e con molti dei protagonisti già visti all'opera nei giorni scorsi, tra cui un generoso Julian Alaphilippe. Il campione francese ha fatto fuoco e fiamme tra le salite del Duron e di Sella Valcalda, ma scoprendo la sua forza è stato poi marcato stretto dagli altri compagni di fuga e questo ha pregiudicato un po' e sue possibilità.
"Ho dato tutto e non ho rimpianti, non avevo davvero più energie. Vendrame ha fatto una bella discesa, ma i miei compagni di fuga erano più preoccupati di me che di lui, quindi è diventato difficile vincere" ha raccontato il due volte iridato.
Rimato più nascosto, Andrea Vendrame ha invece giocato al meglio le sue opzioni sul piano strategico. "Era fondamentale prendere la fuga. Alla fine ci sono riuscito, era un gruppo con tanti corridori diversi, tra cui Alaphilippe che ci ha provato molte volte. Io volevo prendere un po' di vantaggio prima della salita finale" ha commentato il vincitore di tappa. "L'attacco è la miglior difesa, sono riusciti a impostare il mio ritmo in salita e a mantenerlo", ha continuato Vendrame, che è tornato al successo dopo tre anni, proprio dal Giro 2021 con la vittoria a Bagno di Romagna.
"È speciale riuscire a vincere, negli ultimi anni non c'ero riuscito ed ero un po' frustrato, ora spero di mantenere questo livello", ha dichiarato il corridore della Decathlon.
Alaphilippe scatenato, ma vince Vendrame
La diciannovesima tappa del Giro d'Italia preannunciava una giornata ideale per una fuga da lontano di corridori forti ma non pericolosi per i piani alti della classifica generale. Il percorso prevedeva infatti le salite del Duron, di Sella Valcalda e Cima Sappada, con un ultimo tratto di saliscendi verso l'arrivo.
Come previsto, l'avvio è stato caratterizzato da un susseguirsi di attacchi e solo dopo un'ora volata a tutta velocità si è delineata una situazione più chiara. Davanti si sono raggruppati diciannove corridori, usciti dal gruppo in diversi momenti, tra cui Alaphilippe, Narvaez, Pelayo Sanchez, Steinhauser, tutti già vincitori di una tappa, oltre a Vendrame e Plapp.
Nella parte centrale della corsa è salito in cattedra Alaphilippe, che ha cercato con grande decisione di selezionare la fuga. Il due volte iridato è riuscito a far sganciare un drappello con i più forti, Narvez, Sanchez, Steinhauser, mentre Vendrame ha perso qualche secondo ma è riuscito a recuperare nelle discese. Alaphilippe ha poi pagato questa tattica molto dispendiosa e dopo la Sella Valcalda non è più stato così incisivo.
Nella discesa bagnata Andrea Vendrame ha attaccato con coraggio, abilità tecnica e ottima strategia, guadagnando qualche secondo di vantaggio sugli altri fuggitivi. È stato però nel successivo tratto di falsopiano che il corridore veneto ha allungato in maniera determinante, spingendo a fondo e approfittando di un po' di incertezza tra gli inseguitori, tra i quali è mancata la collaborazione.
Sulla salita di Cima Sappada, Vendrame ha così raggiunto un minuto di vantaggio e ha difeso la posizione nel finale di falsopiano e saliscendi verso il traguardo, dove ha conquistato la sua seconda vittoria personale al Giro d'Italia. Pelayo Sanchez ha poi staccato gli altri sulla salita di Cima Sappada per cogliere il secondo posto davanti a Steinhauser, entrambi grandi protagonisti di tutto il Giro. Il gruppo è arrivato a un quarto d'ora di ritardo, con il solo brivido di una caduta di Geraint Thomas nel finale, apparentemente senza conseguenze.
La classifica generale è rimasta invariata: alla vigilia della tappa con la doppia scalata al Grappa, ultima montagna del Giro, Pogacar ha ancora 7'42'' su Martinez e 8'06'' su Thomas.