Il 16 dicembre 2015 si pagherà per l’ultima volta la tassa sull’abitazione principale, la famigerata Tasi. Questo vale per tutte le case che il proprietario adibisce ad abitazione principale ed include anche le relative pertinenze. Unica eccezione è quella relativa alle prime case che al catasto vengono classificate come di lusso. Le seconde case continueranno ad essere tassate dall’IMU a meno che il proprietario non le conceda in comodato d’uso ai figli.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul comodato, dai costi da sostenere per la sua registrazione e dagli adempimenti necessari per completare questo contratto che permette di evitare di pagare le tasse sugli immobili.

Esenzione per le case concesse ai figli

Il Premier Matteo Renzi, con il nuovo documento finanziario per il 2016, ha di fatto abolito la Tasi sulle abitazioni principali. Come lui stesso ha detto, il 16 dicembre, giorno di scadenza per la seconda rata a saldo dell’imposta dovuta per il 2015, si celebrerà il “funerale” della Tasi. Dal 2016 nessun proprietario di un immobile che viene utilizzato dal suo nucleo familiare come abitazione principale, verserà il Tributo sui Servizi Indivisibili.

Un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato dal Senato e dalla sua Commissione Bilancio, ha allargato il campo di applicazione di questa esenzione anche alle seconde case che il proprietario cede in comodato d’uso gratuito ai figli. La casistica dice che questa è una delle situazioni più ricorrenti tra i proprietari di immobili, che sovente, danno la casa al figlio gratuitamente che a sua volta utilizza l’immobile come prima casa. In parole povere, il proprietario di due case, non pagherebbe la Tasi a condizione che sia la prima che la seconda siano utilizzate come abitazione principale.

Obbligo di registrazione del comodato, adempimenti e requisiti

Il comodato d’uso gratuito è un vero contratto che a differenza di quello di locazione, non prevede un canone da pagare.

Essendo un vero contratto, disciplinato dal Codice Civile, anche questo può essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate. A dire il vero, il nostro Codice non obbliga legalmente a registrare il contratto, ma per essere valido, soprattutto per la Tasi e per consentire ai Comuni di dare il via ai dovuti controlli, la registrazione è obbligatoria. Il termini tecnici per registrare il contratto sono di norma fissati in giorni 20 dalla stipula e dalla conseguente redazione per iscritto. L’imposta di registro da versare entro il giorno di registrazione è di 200 euro. le modalità di versamento sono quelle previste dal modello F23 ed il codice tributo da inserire sul modello è il 109T. Il contratto cartaceo deve essere vidimato con le marche da bollo da 16 euro, esattamente una ogni 4 pagine di contratto.

I requisiti necessari per evitare di pagare la Tasi su una casa soggetta a comodato d’uso gratuito ai figli è che questi ultimi, non devono avere nessun altro immobile intestato e quindi di loro proprietà.