Un decreto collegato all’ultima Legge di Bilancio, quello Fiscale, ha portato nelle case degli italiani la cosiddetta rottamazione delle cartelle di Equitalia o delle ingiunzioni di pagamento di altri concessionari. In termini tecnici, si tratta della definizione agevolata dei propri debiti fiscali e tributari, che ha riscosso molto successo visto l’alto numero di adesioni avute.

Si torna a parlare di sanatoria Equitalia

Il 21 aprile è scaduto il termine di presentazione delle istanze, ma la misura torna a far parlare di se. L’occasione è la manovra correttiva o manovra bis che la Comunità Europea ha richiesto al Governo.

La manovrina, che doveva essere solo un intervento correttivo che recepisse gli appunti di Bruxelles, rischia di diventare una vera e propria nuova manovra finanziaria, con tanti temi lasciati sospesi alla fine del 2016, per la crisi di Governo del post referendum costituzionale e del cambio di guida del Governo, da Renzi a Gentiloni.

Manovra bis con sanatoria Equitalia bis?

Come riportano tanti organi di stampa, la manovra bis ha visto nella giornata di ieri la chiusura dei termini per la presentazione degli emendamenti. Si tratta delle canoniche proposte correttive che i Gruppi Parlamentari hanno il diritto di porre ai decreti che il Governo deve emanare. Ieri, in Commissione Bilancio, ne sono arrivati 2600 e, tra questi, diversi trattano di rottamazione Equitalia.

Dal Movimento 5 Stelle per esempio, arriva la proposta di riaprire i termini per aderire alla sanatoria scaduta il 21 aprile. Una sanatoria che è stata accompagnata da dubbi e perplessità e che è stata contestata per il ristretto numero di rate e di arco temporale per provvedere a chiudere la partita tra contribuenti indebitati e fisco.

Tempi troppo brevi della sanatoria

Infatti, a fronte della cancellazione dagli importi dovuti, di interessi di mora e sanzioni, ai contribuenti è stato chiesto di pagare il debito in sole 5 rate. Per di più, il 70% del debito andrà sanato con le tre rate previste nella seconda metà del 2017, mentre per il restante 30%, i versamenti dovuti sono le due rate del 2018, con l’ultima a settembre.

Per chi ha debiti ingenti, anche al netto degli sconti concessi, quello del poco tempo offertogli per pagare sarà stato un forte deterrente ad aderire alla sanatoria. Ecco perché viene proposto di riattivare i termini, soprattutto alla luce di alcuni aggiustamenti che provengono da altri emendamenti.

Più rate e più tempo?

Oltre al M5S, anche il gruppo di Scelta Civica ha proposto la riapertura della sanatoria. Per i grillini, la nuova scadenza delle istanze andrebbe fissata al 15 settembre, mentre per Scelta Civica si dovrebbe arrivare al 31 ottobre. Inoltre, l’ex Viceministro dell’Economia del Governo Renzi, Enrico Zanetti, nonché segretario di Scelta Civica, come riporta l’edizione on line del quotidiano “La Stampa”, chiede che la prima rata di pagamento venga spostata al 2018.

Inoltre, tra le varie proposte pervenute, c’è quella di aumentare le rate concesse che passerebbero da cinque ad otto.

Proposte per una sanatoria meno dura

Tutte le correzioni al testo del Decreto Fiscale di fine 2016 e tutte le proposte cercano di rendere meno dura la sanatoria per gli italiani. È evidente che aumentare le rate per coloro che hanno aderito entro il 21 aprile alla definizione agevolata, spingerebbe ad accettare anche le proposte di riapertura delle istanze. Una possibilità per quelli che hanno pensato di non aderire in base alla formula iniziale di questa sanatoria e che, magari, potrebbero cambiare idea alla luce degli aggiustamenti proposti.