“Gentili Signore e Signori, il nostro mandante (già la parola ha un qualcosa di "losco") Italia Programmi ci ha incaricato di sollecitare il pagamento del credito pendente pari a 110,50 €!”

Dopo alcuni mesi di silenzio, quando tutti pensavano che l'incubo dei solleciti di pagamento selvaggi fosse finito, ecco che torna a farsi viva Italia Programmi (per chi non lo conoscesse ancora: il sito fregone che “offre” a pagamento software open source reperibili gratuitamente in internet) e lo fa per riscuotere la terza (ed ultima, lo promettono...) rata del fantomatico abbonamento al sito.

Minacce di inserimento nel registro dei protesti con relativa notifica alla banca (e a quale?), promesse di applicare costi aggiuntivi per chi non paga in tempo: 164 euro di spese legali, 28 euro di interessi di mor, ben 71 euro di spese di incasso.

Che fare adesso? Nulla, forse è meglio ignorare le mail, senza perderci tempo e senza agitarsi né innervosirsi tanto, forse ci vuole rassegnazione, prima o poi la smetteranno, anzi, prima o poi li prenderanno... L'importante è che la voce sia girata, che il nome del sito sia conosciuto e che nessuno caschi più nella loro trappola.

Non sono bastate le indagini (con relative condanne pesanti) dell'Antitrust, le denunce alla Polizia Postale con tanto di arresti di alcuni responsabili, le segnalazioni delle migliaia di utenti italiani che hanno fatto l'errore di inserire il proprio indirizzo mail per scaricare un programma gratuito, l'intervento del Presidente Napolitano che ha richiesto di oscurare il sito...

niente di tutto questo li ha fatti desitere.

La famosa società di servizi online, Italia Programmi, con sede in quel paradiso (fiscale?) delle Seychelles, sede operativa in una via inventata di Roma, domiciliata presso un kebabbaro tedesco, difesa da un avvocato inesistente, continua imperterrita ad inviare solleciti e richieste di pagamento.

Ma non c'è da spaventarsi, ecco perchè.

Innanzitutto, per ottenere un'ingiunzione di pagamento è necessario farsi assistere da un avvocato (in carne ed ossa, e iscritto al CNF), eleggere un domicilio reale in Italia e poi dimostrare l'esistenza del credito che si fa valere, convincendo il Giudice della legittimità della propria pretesa.

Difficile che tale società ci riesca, e quand'anche ci riuscisse, ci sarebbero tanti motivi per opporsi: dall'inesistenza e invalidità del contratto al recesso esercitato tempestivamente da molti utenti, dalla violazione della buona fede alla mancanza del c.d. sinallagma, cioè dell'equilibrio delle prestazioni.

Pagare oltre 100 euro per poter scaricare programmi gratuiti non è certamente equo!

A ciò si aggiunga il rischio di una condanna penale per i signori che gestiscono il sito, visto l'enorme numero di denunce a loro carico sia per truffa che per molestie.

Sì, perchè i continui ed insistenti solleciti sono stati considerati da molti come delle vere e proprie molestie.

Insomma, è un fastidio che purtroppo ci si rassegna a sopportare, nella speranza che finisca al più presto, ma con la consapevolezza di essere dalla parte della ragione.