Internet e i suoi sempre più diffusi Social Network non sono soltanto, purtroppo, un valido mezzo per comunicare e diffondere notizie; spesso e volentieri, il mondo del web nasconde delle trappole davvero pericolose, sopratutto per i minorenni che ne fanno quotidianamente uso senza la supervisione di un adulto. Infatti, sempre più frequentemente vengono a galla casi di maniaci sessuali e pedofili che decidono di ripararsi con l'anonimato di internet per adescare ignari ed innocenti bambini.

Questo è il caso anche di Gianluca Mascherpa, il cinquantenne allenatore di pallavolo del milanese, condannato ad 11 anni e 4 mesi di reclusione per aver indotto tre minorenni a spogliarsi e prestarsi a giochi a sfondo sessuale davanti alla webcam.

Mascherpa, una volta arrestato, ha subito confessato di sentirsi "malato" e di essere disposto anche alla castrazione chimica, richiesta naturalmente ignorata dalla magistratura.

A fornire una delle prove schiaccianti per convalidare le tesi dell'accusa e condannare il pedofilo è stato il Social Network più diffuso e utilizzato nel mondo: Facebook. Per la prima volta dalla sua creazioni, infatti, l'azienda ha aperto i suoi server in California al gup di Milano Andrea Salemme, decisa a collaborare per smascherare gli abusi e dare un taglio secco alla pedofilia internettiana.

Facebook ha, così, fornito una validissima testimonianza: infatti, sono state trovate numerosissime chat del profilo Mascherpa con l'intento di intrattenere ed adescare sessualmente decine e decine di bambine.

Le accuse mosse dal pm Giovanni Polizzi hanno ottenuto in questo modo una prova schiacciante e la condanna nei confronti del pedofilo ha potuto finalmente concretizzarsi affinché fosse fatta giustizia alle sue piccole vittime.

Dati i numerosi casi segnalati e non di abuso sessuale su minori tramite chat, ci si augura una più stretta collaborazione futura tra il Social Network e le magistrature di tutto il mondo, affinché sia possibile estirpare un episodio alla volta tutta la pedofilia dilagata su web.

 Nel frattempo, è bene supervisionare con attenzione le attività svolte dai minori su internet, al fine di una maggiore e più sicura tutela: pervenire è sempre meglio che curare, soprattutto in casi di una simile gravità per lo sviluppo psichico del bambino e la sua integrità fisica, considerando che spesso il maniaco tende a passare dal virtuale al reale.