La privacy degli utilizzatori di smartphone e tablet sarebbe a forte rischio perché diversi applicativi condividono le informazioni personali degli utenti anche senza che quest'ultimi abbiano prestato alcun consenso. L'argomento della protezione dei dati personali è da sempre al centro dei problemi legati all'utilizzo smodato di Internet, soprattutto in mobilità.
Normalmente il dito è sempre stato puntato sul sistema operativo Android, che notoriamente ha una gestione dei permessi delle applicazioni molto più bassa rispetto a quella dell'OS di casa Apple.
Mentre Google inizia il rollout di Marshmallow, che promette di garantire un livello di protezione molto alto dei dati personali, arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia secondo la quale sia iOS che Android metterebbero a rischio la privacy degli utenti. Alla base della notizia shock c'è la ricerca condotta dalle università di Harvard e Carnegie-Mellon. I ricercatori hanno esaminato a fondo ben 110 applicazioni disponibili sia sul Google Play Store che sull'Apple App Store.
Google e Facebook i maggiori destinatari dei dati rubati
Molti degli applicativi esaminati trasmettono informazioni ai più noti siti web che quotidianamente utilizziamo e dai quali, sebbene siano piattaforme che vivono di pubblicità, non ci aspetteremmo l'utilizzo di metodi così poco ortodossi.
Google, Facebook ed Apple. I maggiori siti destinatari delle informazioni recuperate tramite gli applicativi sono proprio quelli chein teoria dovrebbero proteggerci, Facebook escluso ovviamente.
L'OS Android avrebbe applicativi più inclini a trasmettere indirizzo email e nome dell'ignaro utente, mentre le applicazioni che girano sul sistema operativo della mela morsicata sarebbero più interessati alla condivisione dei dati di geolocalizzazione.
A riguardo degli applicativi di fitness, 3 su 30 analizzati tenderebbero a condividere con i server tutte le parole ricercate online dagli utenti oltre ai dati personali caricati all'interno dell'applicazione stessa.