La #pirateria audiovisiva rappresenta una vera e propria piaga per l’economia mondiale. Proprio nella giornata di ieri sono stati resi noti i risultati di una ricerca condotta da Ipsos, la quale conferma che la cifra del danno ammonta a cifre astronomiche.
La Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, ente meglio conosciuto con l’acronimo di Fpav, tiene a precisare che i danni all’economia italiana causati dalle perdite dovute alla pirateria audiovisiva ammontano a ben un miliardo e duecentomila euro. A causa della mancata fruizione di contenuti su canali legali, da parte degli utenti, nello scorso anno circa 6.500 persone hanno perso il posto di lavoro, per non parlare dei 686 milioni di euro di fatturato andato perduto a causa di questo fenomeno.
In termini di PIL, le perdite ammontano a circa 427 milioni.
Le stime: due italiani su cinque coinvolti nella pirateria
Secondo le stime proposte da Ipsos, due italiani su cinque nel 2016 hanno guardato o scaricato film, serie TV o altro materiale, illegalmente da Internet, contribuendo così ad alimentare il danno prodotto dalla pirateria audiovisiva, stimato attorno alla ‘modica’ cifra di 669 milioni. Sono ben 370 milioni gli atti di pirateria perpetrati nello scorso anno, ciò equivale a dire che il 33% della popolazione ha guardato o scaricato film in modo illegale. Tuttavia, la situazione rispetto a sei anni fa appare meno preoccupante, poiché le stime raccolte nel 2010 testimoniavano che in questo fenomeno era coinvolto circa il 37% della popolazione.
E’ aumentata invece la percentuale di pirati interessati a programmi e serie TV. Secondo la ricerca condotta da Ipsos, nel 2017 sono il 22 e il 19% della popolazione a scaricare e guardare illegalmente programmi e serie TV, contro il 13 e 11% delle stime rese note nel 2010. La categoria più gettonata dai pirati, tuttavia, non riguarda film, serie TV o programmi.
La nuova frontiera della pirateria è caratterizzata infatti dal digitale, tanto che dal 2010 ad oggi i fenomeni di pirateria sono aumentati del 78%, ed il trend continua a crescere.
Principalmente, per scaricare le serie TV, i pirati utilizzano siti BitTorrent oppure fanno ricorso a Cyberlocker, mentre i siti peer-to-peer, ossia siti che grazie a particolari impostazioni possono essere clienti o serventi per un determinato nodo informatico.
I pirati vengono in contatto con questo tipo di siti principalmente grazie ad alcune ricerche proprio su internet, oppure grazie al passaparola con amici e conoscenti, e queste pratiche sono molto diffuse soprattutto tra i giovani.
Tra le vittime preferite dei pirati vi sono sicuramente i film, ed in percentuale minore le serie TV, ed il fenomeno è talmente incalzante che è stato persino tracciato un suo identikit. Il pirata di contenuti audiovisivi è principalmente un uomo, molto spesso lavoratore, a volte anche autonomo, ed ha un titolo di studio medio-alto. Tra i pirati più giovani figurano quelli interessati al digitale, che appaiono connessi ai social e molto tecnologici; il loro campo d’interesse sono sicuramente giochi, consolle collegate ad Internet, DVD e Blu-ray.
La consapevolezza: essere un pirata è reato
Ultimo particolare proposto dalla ricerca di Ipsos, ma non meno importante, riguarda la consapevolezza che si sta compiendo un reato, da parte di chi si considera pirata. Nonostante la strada sia ancora lunga, poiché circa un pirata su quattro ritiene di commettere atti gravi, rispetto alle stime fornite sei anni fa, crescono coloro che prediligono contenuti audiovisivi e digitali legali e a pagamento. Una piccola percentuale, che però fa ben sperare.