Esce oggi 30 agosto su console Sony Ps5 e Pc il videogioco Daymare: 1994 Sandcastle di Invader Studios, si tratta del prequel (finanziato tramite crowdfunding) di Daymare: 1998.

Il titolo in questione è un gioco in stile survival horror in terza persona che porta con sé il DNA hardcore di Resident Evil, con tutto il suo design e il suo gameplay. Questo ha senso considerando che il primo gioco era originariamente intitolato Resident Evil 2: Reborn, anche se dopo alcuni problemi burocratici era stato necessario un cambiamento di nome che ha portato al franchise di Daymare.

Un survival horror Next Gen

La storia iniziale ha come protagonista Dalila Reyes, che cerca di rintracciare dove si trova il suo capo. Come membro del team della Hexacore Advanced Division for Extraction and Research (HADES), Reyes e la sua squadra hanno il compito di indagare su un'operazione speciale in una struttura top-secret, nome in codice: Sandcastle. In essa è che si sono verificati esperimenti loschi e non sono andati come previsto.

Un riferimento curioso del gioco è che all'inizio, nella stanza della protagonista, è appesa la foto del dottor Ian Malcolm (uno dei protagonisti del film Jurassic Park) con la famosa frase che usa nel film: "La vita non ci ha insegnato nulla? Troverà un modo".

Un'arma particolare a disposizione

Nell'arsenale a disposizione in Daymare: 1994 Sandcastle c'è un'arma secondaria simile a un guanto di congelamento che viene caricato con uno speciale refrigerante e ha numerose applicazioni: spegnere gli incendi, abbassare la temperatura dei tubi surriscaldati e fermare letteralmente i nemici.

Quando ci si imbatte in uno qualsiasi dei corpi frutto degli esperimenti falliti e andati male, si noteranno un alcune cose. Innanzitutto, sfruttando la potenza dell'elettricità è automatico che si voglia tenerli a distanza. Questo però può essere difficile, data la mira un po’ più rigida e la spugnosità del proiettile: in tal senso mirare alla testa è una delle migliori soluzioni.

La seconda e utile parte dell'uso dell'arma secondaria è l'ansia al rallentatore, in cui ci si imbatte mentre i corpi congelati continuano ad avanzare e si lanciano verso il giocatore fino all'ultimo secondo possibile. In nessun caso si deve smettere di congelare finché i nemici non si fermano, perché qualsiasi contatto fisico prima di allora sarà dannoso per la salute della protagonista. In giochi come questi, i kit medici sono pochi e rari. Una volta congelati, se per caso se ne ha abbastanza nel contenitore del refrigerante, si possono eseguire speciali mosse finali corpo a corpo o semplicemente far esplodere la testa con il fucile. Avere un potente raggio congelante sembra quindi quasi compensare le difficoltà, specie quando si affrontano fino a cinque avversari contemporaneamente.

In ogni caso si tratta di una bella aggiunta a una formula di gioco collaudata, la quale impressionerà più che deludere. Il gioco è consigliato in particolare ai fan del genere horror. Voto: 7,5.