E' sottile il filo che separa il desiderio di condividere momenti di vita quotidiana sui social network tramite selfie, foto e immagini ricordo dall'ossessione che sfocia in disturbo ossessivo compulsivo.

A quanto pare, però, la selfiemania sta prendendo il sopravvento sui più giovani che rischiano di trasformare in malattia quella che dovrebbe essere una semplice moda.

Lo studio Usa

Secondo APA, l'associazione degli psicologi americani, il 60% delle donne che soffre di questa patologia neppure se ne rende conto e ritiene di avere un comportamento e un rapporto normale con la propria immagine fissata sullo schermo dello smartphone.

Eppure così non è e lo confermano le storie di sei ragazzi indiani che, in diverse parti del Paese, sono finiti in Ospedale affetti da disordine dismorfico del corpo.

Dall'India i primi malati di selfie

A parlarne è stato il Mail Today che ha dedicato la prima pagina alle patologie psichiatriche che derivano dall'uso sconsiderato dei social.

Il magazine ha citato la storia di una ragazza di 18 anni che si è presentata all'ospedale di Aiims per farsi curare una malformazione al naso. Il realtà il suo naso era perfetto e la giovane è stata trasferita nel reparto di psichiatria dove il Dottor Nand Kumar ha fatto sapere alla stampa che lei come gli altri 5 giovani ricoverati sotto osservazione in altre zone del Paese "Sentivano il bisogno impellente di mettersi in posa davanti allo smartphone".

I ragazzi, ha poi aggiunto il medico: "Avevano sviluppato una patologia conosciuta come 'disordine dismorfico del corpo' che li ha portati ad un disordine compulsivo ossessivo".

Il pratica il monitor del cellulare si era trasformato nello "Specchio delle mie brame" della regina cattiva di Biancaneve e loro erano ossessionati dalla risposta che veniva percepita dall'immagine riflessa.

La diffusione del selfiecidio

Secondo gli osservatori il fenomeno chiamato Selfiecidio è più diffuso di quanto si possa pensare e le strutture ospedaliere si stanno organizzando per fornire supporto e sostegno ai giovani che ne soffrono anche grazie a gruppi di condivisione e vere disintossicazioni da selfie come si fa con i tossicodipendenti o gli alcolisti.