La città antica più famosa della Campania è balzata agli onori della cronaca numerose volte e troppo spesso per i problemi legati alla sua mala conservazione, che l'ha vista protagonista di crolli causati dall'incuria umana.

Se c'è un patrimonio Unesco unico, anche se ovviamente tutta l'Italia regala bellezze inaudite che non possono nemmeno essere comparate tra di loro, è proprio quello di pompei, la città che custodisce in una bolla di tempo l'attimo dell'eruzione vesuviana antica di millenni, e con sé la vita che in quel momento si è fermata.

Ma se fino a qualche anno fa questa meraviglia era abbandonata a se stessa, finalmente si vedono i risultati del lavoro fatto grazie al contributo dell'Unione Europea, facendo diventare questo parco archeologico il miglior esempio di impiego delle risorse donate, riattivando, in questo modo, anche il turismo e l'economia che gli gravitano attorno.

Nel novembre 2010 era stato il crollo della Schola Armaturarum il motivo scatenante che aveva attirato l'attenzione dell'Europa sui problemi di questo sito dall'immenso valore storico. E così prese corpo il Progetto per la tutela e la valorizzazione dell'area archeologica di Pompei, definito anche "Grande Progetto Pompei", che è stato finanziato dalla Commissione Europea a partire dal 26 gennaio 2012. In tutto l'Ue ha sostenuto il 75% delle spese, mentre il restante 25% è stato a carico dello Stato, per una cifra complessiva di 105 milioni di euro per 76 interventi di cui sette ancora da concludere.

A oggi sono 37 le domus restaurate che i turisti possono visitare...

... e sono diversi i quartieri e le reti viarie messe in sicurezza e restituite per la fruizione pubblica.

Inoltre, una novità che arricchisce l'offerta della città antica è la possibilità organizzare mostre ed eventi che non sono mai stati realizzati prima d'ora.

Infatti, fino al 31 maggio 2018 sarà possibile visitare la mostra Tesori sotto i lapilli. Arredi, affreschi e gioielli dall’Insula Occidentalis, dedicata proprio ai reperti ritrovati nella Casa del Bracciale d’Oro, chiusa da sempre al pubblico ma che oggi è in stato di restauro e valorizzazione affinché possa finalmente essere visitabile.

Il direttore del Parco Massimo Osanna si è detto molto orgoglioso di come il sito archeologico stia risorgendo, non solo attraverso il restauro ma anche con un monitoraggio continuo dello stato delle costruzioni che lo compongono, valutando il progetto come la migliore occasione nella quale gli enti hanno collaborato per un fine superiore, ovvero restituire la storia, la cultura ma anche la vita a Pompei e alla sua gente.