Con l“economia circolare” che rimette in ciclo i rifiuti non riciclabili, che secondo le stime, fra quattro anni, saranno di 671mila tonnellate, la Regione Piemonte prevede una valorizzazione energetica o nel termovalorizzatore di Torino della capacità di 346 mila tonnellate o in impianti fuori regione. Non si vuole, però, un nietzschiano "eterno ritorno", bensì realizzare la "felicità del circolo", per cui sono appena stati spesi circa 8 milioni e mezzo di euro nell'impianto più moderno in provincia di Torino, dalla capacità 65mila tonnellate all'anno di rifiuti solidi e fino a 5mila tonnellate all'anno di rifiuti liquidi.

Niente in confronto la termovalorizzatore di Brescia che brucia 750mila tonnellate, il triplo di quello di Vienna e che è stato proclamato migliore impianto del mondo. Quello che sorgerà a Leinì, ai piedi del Canavese, è una piattaforma integrata polifunzionale che occupa 71mila metri quadrati, in regola con le normative Ue

.In Italia si continuava a scegliere l'incenerimento dei rifiuti poiché la costruzione degli altri impianti veniva inconsapevolmente pagata dai cittadini attraverso un contributo del 7 per cento sulla bolletta della luce. Questo incentivo dato dallo Stato, era da venti anni illegale per l’Ue. Ancora lo Sblocca Italia dietro al quale c'erano numerose misure decisamente anti-ecologiche prevedeva la costruzione di 12 nuovi impianti; Solo dopo le proteste di diverse regioni, sono diventati 8, risparmiando la Liguria, il Veneto, la Toscana e il Piemonte che sta facendo di tutto per evitare un altro impianto che avveleni a fuoco lento.

Nuovi laboratori chimici per l'ambiente

il nuovo laboratorio chimico è il fiore all'occhiello di Sereco, che ha una partecipazione del 35 per cento in Barricalla Spa, principale impianto di smaltimento rifiuti industriali d'Italia. La sua discarica di Collegno è da sempre un laboratorio ambientale in piena regola, grazie all'Universita' e al Politecnico di Torino. Un esempio per studiosi da tutto il mondo, tra cui australiani e canadesi, per questo spesso a Collegno.

La vicenda del fallimentare inceneritore del Gerbido, costato circa 500 milioni di euro, di cui 413 prestati dalle banche dietro la garanzia di bruciare almeno 421 mila tonnellate annue di rifiuti per vent'anni, ha fatto dunque riflettere.Perchè dopo un anno l'impianto è stato rivenduto all’80 per centodal sindaco Piero Fassino.

per soli 129 milioni, cavalcando l'.onda populista di dismissione dei termovalizzatori. Per di più la presidente del Comitato di controllo Erika Faienza consigliera provinciale Pd, nonché segretaria del Pd di Beinasco e moglie del sindaco di Grugliasco è stata condannata in primo grado per aver convalidato firme false in sostegno della candidatura di Fassino.

Eppure tutti i sindaci dei comuni interessati avevano sempre sottolineato l'importanza fondamentale di questo comitato, pur da sempre sospettato di spartirsi le compensazioni ambientali. Gli ambientalisti temevano anche un venir meno dell’impegno nella raccolta differenziata, dato che l’impianto doveva funzionare a pieno ritmo per permettere un ritorno sull’investimento e preoccupavano gli effetti cancerognei dell' emissioni dei fumi, diossine, nanopolveri, metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo. Ora il nietzschiano eterno ritorno dell'uguale sopportabile solo da un superuomo, viene scongiurato da un piano regionale che ha come obiettivo il 65 per cento di raccolta differenziata e una sensibile riduzione della produzione di rifiuti entro il 2020.