Tra i 48 articoli che compongono il Decreto 133\14 o "Sblocca-Italia" parrebbero nascondersi numerose misure decisamente anti-ecologiche che hanno causato più di un mal di pancia tra enti, associazioni e parti politiche pro-Ambiente. Per 'fermare questa deriva', da loro ribattezzata "Sfascia-Italia", i 5 stelle presenteranno a breve un vero e proprio 'decreto ombra' alternativo. Le ragioni di questa scelta sono da annoverarsi nelle grandi criticitá riscontrate su alcuni temi, soprattutto ambientali ma anche economici contenuti nel decreto e dal fatto che, in materia, molte loro risoluzioni ed emendamenti sono già passati, come l'ultimo sugli inceneritori in Commissione Ambiente. La critica più forte, da più parti sociali e politiche, è quella sul piano delle trivellazioni. Trivellazioni, queste,che dovrebbero essere a macchia d'olio in svariate aree e mari d'Italia. Alcune delle aree più delicate e più belle potrebbero essere messe infatti a rischio da quello che viene giudicata da molti come un piano irresponsabile. Pensiamo ad esempio di alcune zone vicine alla Costiera Amalfitana di Napoli, di Ischia di Capri e di alcune altre perle del nostro Paese. L'obiettivo sarebbe la ricerca di petrolio italiano per rilanciare l'economia interna e favorire l'autonomia del Paese, anche se da molte parti si sono subito sollevati molti dubbi in quanto pare che il petrolio italiano non sia di ottima qualità e di grandi quantità e che per molti il futuro energetico stia comunque nelle rinnovabili e nelle fonti alternative. Questa misura spingerebbe quindi ad ingenti costi per modesti ricavi, senza contare le conseguenze ambientali per il territorio che hanno fatto storcere il naso anche ad associazioni internazionali quali Greenpeace. Un altra paura quella per il destino dell'acqua pubblica,tema storicamente molto caro a M5S, che questo decreto ostacolerebbe. Sembra infatti che nel decreto tutto si sia fatto per osteggiare quei Comuni che scelgono di incentivare l'acqua pubblica ed al contempo si siano agevolati quei Comuni che puntano invece a privatizzarla. Misure che contrasterebbero anche il volere popolare, visto il referendum del 2011. Il decreto darebbe anche il la al famigerato TAP, il gasdotto che dall'Azerbaigian arriverebbe sulle coste pugliesi , deturpando secondo i critici un territorio cardine per il turismo e per l'ambiente quale il Salento. Secondo i 5 Stelle lo sblocca Italia, tra i suoi oltre 48 articoli, conterrebbe insomma svariate insidie per l'ambiente e sarebbe un piano economico,a detta loro, vecchio di 30 anni rispetto alle attuali esigenze di rinnovamento, che dovrebbero procedere in un'ottica totalmente differente e più sostenibile. Dal punto di vista politico e costituzionale lo sblocca Italia ha avuto diverse critiche da svariati gruppi, fra cui anche i sindacati, e come accaduto in Lombardia e Basilicata, spesse volte è stato tacciato di incostituzionalità tramite risoluzioni di M5S che sono poi passate all'unanimità o a larga maggioranza di quasi tutti i partiti a livello locale. L'incostituzionalità sarebbe dovuta agli articoli 36 37 e 38 del decreto in cui viene cancellato il titolo V della Costituzione riportando allo Stato alcune competenze , specialmente in campo energetico, che erano state affidate alle Regioni. Ad arricchire il già nutrito piatto, indigesto a chiunque ami le tematiche ambientali, e in attesa della controproposta a 5 stelle, non mancano nuovi inceneritori e grandi opere come la TAV Brescia-Padova.