Negli ultimi giorni diversi manifesti satirici che raffigurano un cinghiale con le sembianze di Matteo Salvini, o viceversa, sono comparsi in diverse zone di Torino. A togliere ogni dubbio sul fatto che l'immagine rappresenti una critica, sicuramente dura e netta, per quanto evidentemente satirica, al leader del Carroccio, è la scritta presente sui manifesti, ovvero "Prima i cinghiali.
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Tanti altri gli elementi ricollegabili a Salvini, dal rosario al collo alla felpa della Polizia indossata dal cinghiale raffigurato nel manifesto, indumento che l'ex ministro dell'Interno ha più volte sfoggiato con orgoglio in occasioni pubbliche negli ultimi anni, suscitando non poche polemiche.
La risposta di Salvini: 'I loro insulti sono medaglie'
Salvini non ha utilizzato mezze misure per replicare, definendo 'imbecilli' gli ideatori dei manifesti, ed aggiungendo poi che "I loro insulti sono medaglie".
"Dispiace che in questo modo ci vadano di mezzo anche le forze dell'Ordine", ha poi concluso il capo politico della Lega.
Il manifesto sulla pagina del rapper Rumo
Ma da dove arrivano questi manifesti ? Chi li ha ideati ? Al momento non è ancora possibile fornire una risposta certa al 100%, ma potrebbe trattarsi di un'iniziativa ricollegabile, se non del tutto almeno in parte, al rapper torinese Rumo. Questa almeno la tesi comparsa sul più popolare ed autorevole quotidiano del capoluogo piemontese, La Stampa.
Sulla pagina Instagram del rapper compare infatti la medesima immagine. Inoltre, tutte le stories visibili cliccando sull'immagine del profilo del rapper fanno riferimento ai manifesti ed alla reazione di Salvini. Di conseguenza è più che plausibile ipotizzare che tutta la vicenda possa essere banalmente sintetizzata in una 'trovata di marketing', termine ormai di uso comune quando si parla di rapper italiani, per lanciare il suo ultimo brano.
Una trovata sicuramente funzionale, dato che l'artista, con i suoi 1800 fan su Instagram era, almeno fino a ieri, sostanzialmente uno sconosciuto, mentre oggi la vicenda sta assumendo risonanza a livello nazionale.
Nei commenti dell'articolo de La Stampa c'è però chi ipotizza che dietro ai manifesti possano esserci alcuni noti centri sociali e gruppi No Tav di Torino, ed invoca azioni legali, sottolineando come le affissioni siano abusive. La teoria non è però al momento suffragata da alcun dato concreto.
La replica dell'assessore regionale alla sicurezza: 'L'iniziativa non fa altro che alimentare la nostra convinzione di essere dalla parte della ragione'
Oltre che tramite le parole di Salvini, la risposta della Lega è arrivata dalle parole del assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca, altrettanto nette.
"Chi pensa di offendere Salvini e le forze di Polizia con iniziative di questo genere non fa altro che alimentare la nostra convinzione di essere dalla parte della ragione – ha spiegato l'assessore – dalla parte delle forze dell'ordine, che tutti i giorni difendono i cittadini rischiando in prima persona, per noi è un vanto. Noi siamo fieri della polizia italiana e lo stesso vale per il rosario".