Ospite qualche giorno fa alla "Vita in diretta", Alda D'Eusanio ha fatto delle dichiarazioni forse troppo "spontanee" durante un collegamento con Max Tresoldi, un ragazzo rimasto per lungo tempo in coma e che, risvegliandosi, si è trovato in gravi condizioni di disabilità.
La giornalista, ospite del programma come opinionista, ha definito come "non vita" quella del ragazzo così gravemente colpito nella sua autonomia.
La giornalista, avendo vissuto di recente - sulla propria pelle - la terribile esperienza del coma, ha dichiarato di non essere d'accordo con l'accanimento terapeutico e che, se si fosse trovata in condizioni di non auto-sufficienza, avrebbe preferito non risvegliarsi dal coma.
A quel punto i conduttori del programma si sono prontamente dissociati dall'opinione della giornalista, e così ha fatto la Rai anche a seguito della forte reazione della mamma di Max Tresoldi e di tutte le polemiche che ne sono seguite.
Anche l'Avvenire dalle sue pagine ha attaccato Alda e la sua posizione, condannandola per questa e, pubblicando le lettere "indignate" dei lettori che avevano assistito alla trasmissione.
Il conduttore-giornalista Franco Di Mare ha preso le distanze da quelle dichiarazioni attribuendo esclusivamente alla collega giornalista la responsabilità di affermazioni "gravissime".
Il quotidiano cattolico ha invitato pubblicamente la D'Eusanio a riparare al danno fatto.
Così come ha provveduto a fare la Rai con le scuse in diretta e la vicinanza manifestata a Max e alla sua famiglia.
La giornalista si è dichiarata dispiaciuta per l'accaduto ma ha ribadito di aver espresso solamente la sua opinione.
Probabilmente il suo pensiero - che è quello di molti altri - strideva pronunciato in contemporanea alle immagini di Max Tresoldi che andavano in onda.
Probabilmente la sua mancanza di ipocrisia, in quel momento, proprio durante quel collegamento, ha fatto divenire "impopolare" il pensiero di chi, in parte, quel percorso l'ha vissuto, ed in coscienza si sente di dire "Io non vorrei vivere così".
Probabilmente, se quelle stesse frasi fossero state pronunciate durante un qualsiasi talk, con altri ospiti divisi tra favorevoli e contrari, non avrebbero suscitato così tante polemiche, ma sarebbero state vissute semplicemente come un parere condivisibile oppure no ma, di sicuro, esprimibile.
La D'Eusanio ha espresso un'opinione, forse troppo schietta, non preoccupandosi di cercare il plauso dell'opinione pubblica, anzi conscia di pronunciare parole impopolari, che avrebbero potuto "turbare" il pubblico più sensibile.
Una cosa è certa: ognuno dovrebbe essere libero di decidere per sé e libero di poter manifestare il proprio pensiero riguardo argomenti così delicati come la Vita e "l'accanimento terapeutico". Tutto ciò senza correre il rischio di essere pubblicamente "condannato" per il coraggio di andare, forse, a volte, controcorrente, manifestando un pensiero che molti condividono ma che pochi hanno il coraggio di esprimere.
In ogni caso, tutta l'ammirazione va alla madre di Max che, con il coraggio che solo una madre può possedere, ha strappato con le unghie e con i denti suo figlio alla morte, rimanendogli accanto e stimolandolo in ogni momento senza perdere mai la Fede e la speranza che suo figlio potesse risvegliarsi.
Solo una mamma sa quanto sia fondamentale poter continuare, ogni giorno, a godere dello sguardo, del respiro, della presenza di un figlio anche se questi "dipende" completamente da noi per poter vivere perché non c'è amore più grande di quello di una mamma per il proprio figlio.