Lamberto Sposini è riuscito a sopravvivere all'emorragia cerebrale che nel 2011 lo colpì negli studi della Rai, ma la ripresa da quel terribile colpo è lunga e difficile per il giornalista, il quale ha ancora problemi nel parlare e nei movimenti. Lo ha detto Sabina Donadio, ex compagna del 62enne conduttore televisivo.

La Donadio è stata intervistata da Alfonso Signorini durante "Alfonso Signorini Show", trasmesso sulle frequenze di Radio MonteCarlo. Subito ha rivelato che Lamberto Sposini, certamente non tornerà più in televisione e non farà più il giornalista, poiché è un uomo che ha chiesto sempre il massimo da se stesso e non vorrà mostrarsi in condizioni non perfette, come è adesso: "Certamente Lamberto non è più quello di prima", ha detto l'ex compagna del giornalista di Foligno.

Sabina Donadio ha ricordato che, quando fu colpito dall'emorragia cerebrale, Sposini non fu soccorso in tempi brevi e ciò ha avuto delle grosse conseguenze e ha lasciato il segno sulla sua salute. La donna, che con l'ex conduttore di "La Vita in Diretta" ha avuto una figlia, Matilde, che oggi ha 12 anni, non ha perso la speranza di rivedere l'ex compagno in piena forma psico - fisica: "Io non escludo che questo percorso ci porterà a riavere Lamberto meglio di prima". Tuttavia, non vuole alimentare false speranze, poiché le conseguenze dell'emorragia cerebrale ci sono state e si fanno ancora sentire.

Infine, la Donadio fa un'amara considerazione sulla vita sociale di Lamberto Sposini, che da quando si è ammalato è stato praticamente abbandonato da tutti. Con un pizzico di amara ironia, in merito agli amici o presunti tali del giornalista, la donna ammette: "Evidentemente hanno tanto da fare e non possono venirlo a trovare".

Poi lancia un appello a tutte le "persone normali", ai sostenitori di Lamberto Sposini che in questi anni si sono dimostrati più vicini e attenti rispetto a quelli che si erano dichiarati suoi amici. Sabina Donadio ha chiesto a tutte le persone che volessero entrare in contatto con Sposini, di scrivergli, per aiutarlo a combattere la solitudine nella quale è piombato dopo la malattia.