Una trappola per Francesco Schettino, non è il titolo di un film, ma la trattativa fittizia che lo staff della trasmissione Le Iene, ha messo in atto tra ottobre e novembre 2014, fingendosi i produttori di Mediaset al fine di constatare la serietà del comandante Schettino ormai noto per il naufragio della Costa Concordia. Nei mesi di ottobre e novembre 2014, alcuni inviati delle Iene, hanno fatto credere al manager di Francesco Schettino, di essere inviati della rete Mediaset, manifestando un notevole interesse ad invitare il comandante a prendere parte al reality dell'Isola dei famosi, in qualità di naufrago.
Il manager non si è tirato indietro e ha preso parte ad una serie di trattative, al fine di concludere l'affare, che avrebbe permesso a Francesco Schettino di approdare nell'isola con un premio di presenza pari a 2 milioni di euro, questa infatti la cifra richiesta dal comandante tramite il suo uomo di fiducia. La trasmissione delle Iene andata in onda ieri 19 febbraio ha reso pubbliche le riprese segrete, fatte durante i colloqui intercorsi nei mesi precedenti, ove si è manifestata la volontà da parte del comandante Schettino di poter presenziare al reality per farsi pubblicità, per rendere nota la pubblicazione del suo libro e anche per guadagnare una somma pari a 2 milioni di euro.
Tutto questo non sorprende, tuttavia conferma un certo rammarico, poiché ci troviamo di fronte ad un uomo che nonostante abbia abbandonato una nave, in un naufragio che ha causato la morte di numerosi passeggeri, non si è certo tirato indietro per guadagnare notorietà e denaro, ci consola, tuttavia, che Mediaset non abbia, davvero, avuto l'idea di farlo partecipare al reality, poiché sarebbe stata una manovra che avrebbe gettato nella delusione gli spettatori, provocando un notevole dispiacere ai familiari e ai passeggeri che in quella notte del naufragio, il 13 gennaio 2012, hanno perduto una parte di sé.
In ogni caso sappiamo bene che la sentenza del tribunale di Grosseto, ha condannato il comandante Schettino a 16 anni per naufragio e omicidio colposo, non potrà,dunque, più guidare una nave ma non farà neanche un giorno di galera, poiché il rischio di fuga non sussiste, certamente questa condanna non ridarà la vita alle vittime di quella notte, tuttavia, trasmette quel senso di giustizia che talvolta viene a mancare.