Cinquanta di questi… punti di share, caro Sanremo! La prima serata dell’edizione 2017, la 67esima della storia, ha fatto il classico botto. Piazzare il 50% e oltre di share alla prima puntata con Roma-Fiorentina come concorrente non è roba da tutti i giorni. Eppure, questo è successo, che però non basta a scuotere Carlo Conti, che già all’alba dell’avventura 2017 si è premurato di escludere la… concessione di un poker: “Il primo anno fare il 49.90% è stato clamoroso e ancora di più il 49.93% del secondo, il 50.37% di ieri è incredibile. Sono orgoglioso, però basta”.

Insomma, non ci sarà il Conti-quater, ma intanto godiamoci in tutta tranquillità quello ter. Anche perché l’avventura è partita sotto i migliori auspici. Oltre agli ascolti, infatti, il bilancio è positivo per la qualità dello spettacolo e pure delle canzoni. I brani andranno ovviamente riascoltati, ma come debutto non è andata affatto male.

Sanremo 2017: si corre già per il secondo posto?

Eviteremo per non scadere nel banale di dare i soliti voti, anche perché l’edizione 2017 si prepara ad essere una delle più “telefonate” della storia recente. Il trionfo che Fiorella Mannoia ha saputo ottenere con il suo “Che sia benedetta” è andato perfino oltre le previsioni già più che rosee: la cantante romana ha convinto tutti grazie a una interpretazione vissuta, capace di andare oltre anche qualche limite di una canzone che, forse, cantata da un altro non avrebbe avuto lo stesso effetto.

Si lotta quindi solo per il 2° posto? Probabile, e in questo senso è attesa la “risposta” di Sergio Sylvestre a Elodie, il cui debutto sanremese è stato buono, ma non memorabile. Meglio di lei sono andati Ron e Fabrizio Moro, oltre a Ermal Meta: il rischio eliminazione di Ron sembra solo temporaneo, la sua canzone ha molto di più da dire rispetto ad altre, da quella del mostro sacro Al Bano (ma la voce segna il passo…) ai brani non originalissimi di Comello e Giusy Ferreri.

Benino Bernabei, ma non al livello di “Siamo infinito”, rituale Clementino.

Sanremo 2017: Diletta scatena l'inferno

Detto che ha convinto pure Crozza (meglio in esterna che live?), pungente quanto basta e a tratti divertente (ottima la trovata sul passato di Conti nelle banche fiorentine e di De Filippi in magistratura: “Prima o poi vi sareste incontrati lo stesso…”), Sanremo non sarebbe tale senza la sua polemica e allora ecco che la “discesa in campo” di Diletta Leotta ha spaccato il fronte.

Dopo Paola Ferrari, si è levata pure la voce di Caterina Balivo, scivolata sul commento all’abito osé della giornalista Sky, consigliata di “non battersi per il rispetto della privacy se poi con la mano tenti di aprirti la gonna”. Detto che non si sentiva la necessità della presenza di Diletta all’Ariston, la caduta di stile della Balivo resta. Ma l’obiettivo è stato centrato: fare discutere e invogliare a vedere la seconda serata, oltre che convincere chi si fosse perso la prima a ricorrere a Rai Play.

Sanremo 2017: cosa non è andato nella prima serata

Ma anche i “matrimoni” più felici hanno qualche spina. Come l’amalgama tra Carlo e Maria, partita male con quella battuta su Trump alquanto banale e prevedibile e scivolata sul “modello C’è posta per te” nei racconti degli eroi di Rigopiano.

Rivedibili anche alcune ospitate, come Rocio Moralez o come i giganti dello sport Cusin e Diouf, con i quali si è giocato sullo stereotipo dell’altezza. Ma era la prima serata, quindi è inevitabile che qualcosa vada oliato. Nella seconda servirà più ritmo, anche perché le canzoni in gara saranno di più. A proposito: peccato per la decisione di piazzare le Nuove Proposte all’inizio. Così come metterle alla fine, la sensazione è che si tratti di qualcosa di cui doversi liberare al più presto. Un po’ come gli ospiti stranieri: i Clean Bandits meritavano ben altro spazio rispetto a quello del riempitivo in attesa dei risultati, anche pensando all’esborso fatto per invitarli. Ma nessuno è perfetto.