Napoletana doc, elegante, raffinata ed un'artista a tutto tondo, Miriam Candurro, attrice e scrittrice assai apprezzata dal pubblico italiano, ai margini della presentazione del suo primo romanzo si racconta a Blasting News. Non solo fiction e cinema per lei ma anche progetti letterari ambiziosi che ben fanno comprendere la vena artistica e creativa di una donna dai mille volti, mai doma nonostante diversi impegni professionali e due figli da crescere.

Iniziamo dalla sua ultima fatica: il romanzo. Cosa l'ha spinta oltre alla passione per la scrittura a mettersi in gioco con un testo trattante argomenti adolescenziali che da sempre fanno storcere il naso ai critici italiani?

Mi piaceva scrivere un romanzo che fosse il primo libro letto da un ragazzo. Il pensiero dei critici mi ha pesato poco in quanto ciò che stavo raccontando non era una storia comune.

Non ha dunque il timore che dando il là al suo sogno artistico la carriera da attrice si sia “sporcata” e viceversa?

Assolutamente no. Io sono un artista e sento di dovermi esprimere in vario modo con la pittura, la recitazione e la scrittura; era un bisogno da espletare, un'esigenza.

In "Vorrei che fosse già domani" e in altri ruoli da lei recitati nelle fiction, la figura femminile è connessa a uomini violenti. Quanto c'è di autobiografico e quanto è proiezione su carta di una sua paura inconscia?

Fortunatamente non c'è nulla di autobiografico. È un problema reale, spesso sottovalutato dalla società. Vorrei che le donne avessero più coraggio nel gestire i rapporti con gli uomini; Nel ruolo di Giorgia ( I bastardi di Pizzofalcone ndr) ho potuto toccare con mano questo fenomeno fosse più ampio di quello che pensavo e di conseguenza ho voluto inserirlo nel mio romanzo: dobbiamo sempre parlarne.

Durante la presentazione del libro, ho percepito attraverso il suo sguardo una timidezza e una delicatezza difficile da trovare nelle donne dello spettacolo. Dote naturale?

La timidezza fa parte del mio carattere poi mi vesto da donna sicura per affrontare il lavoro, ma ovviamente persiste un imbarazzo e una sicurezza nell'approcciare l'altro poiché insito, innato.

Viriamo su ciò che le ha permesso di ottenere visibilità ossia Un posto al sole. Lei è presente dal 2012 nella soap e corre il rischio a causa della lunga presenza di rendere il suo personaggio statico; ci sarà dunque una evoluzione di Serena Cirillo o preferirebbe alla distanza prendere una pausa dalla serie?

È un rischio di tutte le serie longeve. Comunque non penso di prendermi una pausa poiché il ruolo di Serena mi piace e mi permette di fare altre serie non impegnandomi tantissimo durante l'anno.

Scrittura e recitazione hanno bisogno di tanta energia ed equilibrio mentale. In che modo riesce a non perdersi tra figli, marito e menage domestici?

L'equilibrio forse me lo dà il menage familiare.

È faticoso sicuramente e se non avessi una famiglia mi dedicherei maggiormente alla mia carriera ma non sarebbe la stessa cosa e non avrei lo stesso approccio col mio mondo: senza quella energia positiva non farei bene il mio mestiere.

Oltre ad Un posto al sole ha nuovi progetti per il 2019?

In estate sarò di nuovo sul set dei Bastardi di Pizzofalcone ed intanto ho iniziato a scrivere il mio secondo romanzo.