Non è certamente un miracolo, ma è ugualmente un grande risultato: con Papa Francesco, incaricato Vescovo della Chiesa lo scorso 13 marzo 2013, il turismo ha ripreso quota.
E' questo il dato più importante ottenuto da un settore, quello dei viaggi, che potrebbe essere il volano dell'economia per uscire dalla crisi. Certamente i risultati ci sono: considerando la sola regione Lazio, dal 2012 al 2013 le presenze sono aumentate di settecentomila unità, passando dagli 11 milioni e 997 mila del 2012 ai 12 milioni e 635 mila turisti dell'anno scorso.
Una buona fetta di questo risultato è da attribuire al seguito di pellegrini di Papa Francesco: secondo i dati della Prefettura della Casa Pontificia, nelle trenta udienze dell'anno scorso sono stati staccati più di un milione e mezzo di biglietti, 1 milione, 548 mila e 500 per la precisione, numeri approssimativi se si considera che molti dei pellegrini preferiscono non seguire il Papa da Piazza San Pietro, ma fermarsi lungo Via della Conciliazione o davanti ai teleschermi giganti di piazza Pio XII.
Due le riflessioni positive che si possono fare partendo da questi numeri: in primo luogo, il turismo religioso permette quello che non si riesce a fare per altre tipologie di turisti o di zone, ovvero la destagionalizzazione.
I pellegrini assicurano la loro presenza un po' in tutte le stagioni dell'anno, ma in particolare nelle basse stagioni o comunque in quelle in cui non si registrano i flussi dell'alta stagione.
In secondo luogo, i turisti della fede riguardano soprattutto pellegrini che vengono dall'estero: il 60,2% contro il 39,8% di italiani. I tre/quarti di quel 60,2% (il 45,3%) sono turisti europei, mentre il 14,9% provengono dai Paesi extraeuropei.