Mi fermo a Milano, la mia città natale. Frenetica, modaiola, cosmopolita, città più europea d'Italia. Le definizioni si sprecano. In realtà, Milano è Milano. È la definizione migliore.

Milano come acqua. Dopo anni persi tra burocrazia, degrado e cecità politica sono partiti i lavori per ridare a Milano il suo antico porto. Aree pedonali e ciclabili, sistemazione degli argini, verde, qualche negozio e una caffetteria per ristorare turisti e passanti. Rinasce la Darsena, sempre nel sogno (ad occhi chiusi, al momento, anche se il Politecnico ha presentato un progetto di fattibilità) di una riapertura totale dei Navigli.

Leonardo, contrariamente a quanto molti pensano, non ne è l'autore, ma solo uno dei numerosi ingegneri che li hanno studiati. Tra il 1506 e il 1513 Leonardo da Vinci infatti studiò la conca del naviglio di S. Marco. Il progetto del genio consisteva nell'allacciare il Naviglio Martesana alla cerchia interna dei Navigli attraverso due chiuse, a S. Marco e all'Incoronata, per attraversare la città via acqua e in prospettiva collegare l'Adda e il Ticino. Di tutto l'antico sistema oggi ne restano solo tre visibili: il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese (oggi meta selvaggia della movida) e il Naviglio Martesana nel nord-est della città.

Il Novecento, il secolo delle automobili e del mito della velocità, ha decretato la totale copertura della cerchia interna.

In nome del progresso, Milano si è dovuta piegare alla stupidità umana. Oggi abbiamo solo tracce di quel romanticismo che all'epoca assaporava chiunque. I futuristi odiavano i Navigli: in c.so Venezia, al civico 23, in una targa si legge "Questa è la casa dove nel 1905 Marinetti fondò la rivista Poesia. Da qui il movimento futurista lanciò la sua sfida al chiaro di luna specchiato nel Naviglio".

Milano come piccioni. Se credi di fermarti nella deliziosa p.za San Fedele, dominata dalla scultura di Manzoni (concedetemi bieco gossip, sapete perché la statua commemorativa di Manzoni si trova proprio qui? Perché questa fu la chiesa da lui frequentata in vita e fu dalle scale di quella chiesa che Manzoni cadde rovinosamente un giorno, procurandosi un trauma cranico che lo avrebbe portato pochi giorni dopo alla morte) e mangiare in pace il tuo panzerotto sudato da Luini (sudato perché hai dovuto affrontare un'ora di coda), ti sbagli di grosso.

I piccioni ti seguono anche lì. Ormai mi conoscono e vengono da me a chiedere cibo, perché molte altre persone li odiano e li scacciano. "Io non faccio male a nessuno, ho fame". Ecco a te, piccione.

Milano come ape. Per i babbani e per i non milanesi, "ape" non indica l'insetto, ma la pratica irrinunciabile per il milanese dell'aperitivo. In molti locali è abbondante. Si esce più pieni che al ristorante giapponese all you can eat dove ti strafoghi di sushino e con neanche dieci euro mangi e bevi quanto vuoi. Se siete del Sud e siete abituati a mangiare un po' di più, nessuno vi vieta di fare un ape e poi di tornare a casa a cenare, magari a mezzanotte. Io lo faccio sempre!

Milano come moda.

Ogni settimana dell'anno è la settimana della moda. Pur di abbassarci l'autostima, già non elevata, i nostri amati sindaci pensano bene di invadere le nostre metropolitane di modelli e modelle in arrivo dalla Russia o da altri pianeti. Grazie molte. Se pensate al suicidio vi suggerisco un giro nel "quadrilatero della moda". Vip e gente che conta (forse fino a dieci), turisti. Per noialtri esistono altri corsi, come Vittorio Emanuele, via Torino o Buenos Aires. Un po' di spirito argentino nella nebbiosa Milano.

Milano come Expo. Vedremo cosa ci riserverà questo importante e pubblicizzato evento. Nel frattempo è stata scelta la mascotte: si chiama Guagliò. Che smacco per la Lega Nord, ragazzi.

Milano come bellezza. Della chiesa di San Gottardo, che verrà presto riqualificata, definito da Sgarbi "la più bella architettura gotica di Milano assieme all'abside del Duomo". Un gioiello in pieno centro storico, decorato da affreschi di Giotto e dei suoi allievi, che si presenterà finalmente in perfetta forma in tempo per Expo. Ma anche solo scorgere il campanile della chiesa, che si affaccia timido ma perentorio su piazza Duomo, è bellissimo. Il Duomo, che dire del Duomo... Forse il modo migliore per goderselo è assistere all'ultimo spettacolo serale del cinema Odeon, uscire dalla sala e ritrovarselo in un secondo lì, imponente, che svetta. Passeggi attorno, gli fai la corte. Non ti risponde, ma sa che tutto il mondo lo ammira.

Se beccate l'uscita giusta della metropolitana, farete le scale e come quella turista di qualche giorno fa esclamerete "oh my god". Io lo dico tutti i giorni, dopo anni e anni. La bellezza è negli angoli, nei misteri di scorci sconosciuti. Nella nascosta chiesa di San Satiro in via Torino, con lo splendido gioco prospettico del Bramante. Nella chiesa di San Maurizio, a cui la definizione brand di "cappella Sistina di Milano" sta fin troppo stretta. Nel Castello Sforzesco, sinistro e affascinante anche di notte. Di giorno toglie il fiato, quando in lontananza si scorge il monumentale Arco della Pace voluto da Napoleone. Presso la cartomante che in zona Brera ti legge le carte e il futuro che forse vivrai.

In quel vicoletto dei Lavandai, in zona Navigli, lampo di storia sospeso nel tempo. In quel Cimitero Monumentale, uno dei più belli al mondo, che custodisce i resti di chi ha fatto grande Milano (compreso Manzoni, morto a causa di quella caduta rovinosa... Non dovrebbe far ridere, ma l'ho ripetuto appositamente... In realtà immaginare la scena e provare a riprodurla in piazza è molto divertente). Nella pedonale via Dante, che nasconde la timida p.za Mercanti, splendida testimonianza medievale. Presso le Colonne di San Lorenzo, perché Milano un tempo è stata romana, con il tram (i nostri tram arancioni, talmente belli che San Francisco li ha riprodotti) che si destreggia tra i binari.

Milano come grattacieli e nuovi quartieri super chic.

Passato e futuro, il connubio che funziona. City Life, che ha mosso i primi passi con le sue case particolari, una prima porzione di parco e le Tre Torri che sorgeranno e fenderanno nel cielo la città che sale. Al momento possiamo ammirare solo il Dritto di Isozaki, in costruzione. Sarà un'unica zona pedonale, con viabilità e parcheggi trasferiti sottosuolo. Progetto Porta Nuova, il più importante progetto di riqualificazione urbana in tutta Europa. Ha rivoluzionato - in meglio - i quartieri di Isola, Varesine e Garibaldi. Se devo trovare un fiore all'occhiello non posso che citare p.za Gae Aulenti, austera ma armoniosa. Un angolo di non Italia in pieno centro di Milano. È dominata dalla Torre Unicredit, progettata dall'architetto argentino César Pelli ed eletta ottavo miglior grattacielo al mondo dalla società tedesca Emporis.

Milano come musei. Magari passeggi e non lo sai, ma c'è un museo ogni 200/300 metri in centro. Museo del Novecento, Gallerie d'Italia, Museo Poldi Pezzoli, Pinacoteca di Brera, Museo del Duomo, Museo del Risorgimento, Pinacoteca Ambrosiana, Musei del Castello, Museo Archeologico, Palazzo Reale, la Triennale, Villa Necchi Campiglio, Museo Diocesano, Palazzo Morando, Museo Teatrale alla Scala, Museo Bagatti Valsecchi, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e... Mi fa male la mano, ragazzi. Altri musei sono pronti a sorgere, in tempo o meno per l'evento tanto atteso dell'anno prossimo. Si tratta del Museo di Prada (non fatevi ingannare, sarà un museo di arte contemporanea), il Museo delle Culture ("un luogo dedicato all'interculturalità, dove le culture planetarie e quelle locali potranno confrontare le loro differenze e sintonie" stando alla definizione dell'ex assessore alla Cultura, Stefano Boeri) e il Museo del Compasso d'Oro, che ospiterà le collezioni del più importante premio per il design italiano.

Milano è tutto questo e altro. Tante città, una volta vissute, ti restano dentro. Milano è una di queste. La Madonnina ha fatto un sorriso. È d'accordo con me, lei che svetta da lassù da così tanti secoli lo sa bene.