Immagini riprese dal rover Curiosity hanno sollevato ancora una volta la questione della vita su Marte. Ma le tracce rinvenute nelle antiche rocce sedimentarie di Marte pare abbiano tratto in inganno: pur somigliando a quelle generate dai microbi sul pianeta Terra, probabilmente non hanno un origine biologica. Questo è quanto espresso dai membri del team della missione di esplorazione del pianeta Marte della NASA.

La geobiologa della Old Dominion University in Virginia, Nora Noffke, ricercatrice estranea alla missione, ha formulato la sua ipotesi sulla base delle osservazioni di foto scattate dal Curiosity, atterrato su Marte, all'interno dell'enorme cratere del Gillespie Lake nella Yellowknife Bay, ad agosto 2012.

Le immagini del fondale di quello che fu un lago marziano miliardi di anni fa, mostrano tracce simili a quelle di fossili organici, che per la studiosa rappresenterebbero le possibili prove dell'esistenza, almeno in passato, della vita su Marte, sotto forma di microorganismi. I dettagli del suo studio sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Astrobiology. Le particolari forme delle tracce nelle rocce del Gillespie Lake, secondo Nora Noffke sarebbero compatibili con un'origine biologica, ma la studiosa ha sottolineato più volte che questa è solo un'ipotesi, e che lei stessa non considera le tracce come una vera prova della presenza di una qualche forma di vita su Marte, anche se si potrebbe trattare di stromatoliti dovute a microrganismi come quelli che hanno dominato la Terra per quasi tre miliardi di anni, responsabili della presenza di ossigeno nell'atmosfera terrestre.

La smentita della NASA: le tracce nelle rocce non sono prove della vita su Marte

I membri del team del Curiosity hanno a loro volta notato le strutture nelle rocce del Gillespie Lake, ma sono giunti a conclusioni diverse. Ashwin Vasavada, del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California, afferma commentando le stesse immagini: "Nulla di eccezionale, dal nostro punto di vista, se non la conseguenza dell'erosione della pietra arenaria". Aggiunge inoltre che, se gli scienziati della missione avessero avuto il sospetto di tale importanza delle tracce, avrebbero potuto scattare altre foto più ravvicinate, o prelevare campioni di roccia per analizzarli grazie al Sample Analysis at Mars (SAM), strumento che è in grado di rilevare molecole organiche contenenti carbonio.

Insomma, anche in questo inizio 2015 non possiamo dire che sia stata trovata la vita su Marte, o tracce certe di vita in tempi passati, anche se aumentano gli indizi che su Marte ci sia stata l'acqua e, con essa, la possibilità della vita.

La stessa NASA ha confermato, nel marzo 2013, che ci sono molte probabilità che su Marte ci siano state in tempi lontani le condizioni per lo sviluppo di microorganismi. La scoperta della vita su Marte potrebbe però essere vicina ormai, nel 2016 è previsto il lancio di una nuova missione sul Pianeta Rosso, denominata Exomars, che avrà il compito specifico di cercare segni di vita su Marte.