C'è stata un'evoluzione sul fronte politico in relazione agli strani accadimenti di Canneto di Caronia (ME) dove dal 2004 si sviluppano piccoli incendi senza una causa apparente. Il senatore Bruno Mancuso, del Nuovo Centro Destra, ha scritto una interrogazione parlamentare ai ministri dell'ambiente, dell'interno e della difesa, in cui chiede si faccia chiarezza su casi che sembrano inspiegabili e pericolosi per gli abitanti della zona.

Voci di corridoio affermano che stia girando una relazione da parte del Ministero della difesa, ancora top secret, in cui è scritto sembri sussistere il timore che: "tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate.

Gli incidenti di Canneto di Caronia poterebbero essere stati tentativi di ingaggi militari tra le forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato comprensorio territoriale scarsamente antropizzato".

A prima vista, dopo semplici considerazioni, sembra strano che ambienti della difesa esprimano dubbi di questo tipo, che sembrano provenire da ambienti paranoico-complottisti piuttosto che da tecnici militari. Anche per i test non aggressivi, inoltre, come sarebbe possibile che quegli ambienti stessi non lo sappiano e che anzi insistano con il riproporli, sempre nello stesso scenario abitato, col rischio di venire scoperti?

Trattare cittadini come cavie non è accettabile in una società civile. Lo capiremmo se queste esercitazioni di guerra elettronica si fossero svolte in posti desertici o disabitati, onde evitare danni alla popolazione civile, ma in un luogo popolato e così sotto gli occhi dell'informazione, proprio no.

Sebbene un'inchiesta conclusa nel 2008 dalla procura di Mistretta abbia stabilito una origine umana dei roghi (per fini di riscossione di polizze assicurative contro l'incendio), ci sono molte testimonianze che affermano il contrario, per cui, almeno nella maggioranza dei casi, l'ipotesi dolosa non può ritenersi più valida.

L'interrogazione chiede inoltre se ci saranno iniziative volte a risolvere il problema, e se verranno incrementate le risorse, anche con un presidio in zona, per risolvere adeguatamente gli interrogativi che sembrano non avere soluzione. L'interrogazione verrà presentata alla prossima seduta plenaria della Commissione ambiente, compatibilmente con gli impegni dell'aula.