Nonostante il re Salman bin Abdulaziz al Saud abbia deciso di non partecipare al vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo con gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita resta un grande complice del leader americano. L'alleanza strategica tra i due Paesi dura da molte decade. Dopo i rapporti tra Washington e Tel Aviv, Riad è uno degli alleati arabi più importanti degli Stati Uniti nella regione. Il motivo principale, forse, resta il fatto che il paese è il principale produttore di petrolio al mondo, per cui gli Usa non possono che essergli vicini.

Questa "protezione" americana ha trasformato la monarchia saudita in uno dei maggiori epicentri della politica internazionale. Inoltre, ora c'è il fronte iraniano a unirli per combattere insieme gli sviluppi del nucleare.

La simbiosi Washington-Riad è nota ed evidente nella coalizione internazionale contro il jihadismo. Gli Stati Uniti sono certi di dover proteggere l'Arabia Saudita, bastione della regione, dalla minaccia dello Stato Islamico da nord e dal pericolo di Al Qaeda, a sud. Le divergenze sui diritti umani e le libertà civili dei sauditi possono attendere.