Cosa possono avere in comune un wrestler ed una ex attrice hardcore. In realtà un punto condiviso c'è, perché entrambi sfruttano parecchio la finzione nelle rispettive professioni. Ma nel caso del lottatore Dinko Valev e della meteora del porno Mia Khalifa ci sono in comune tanti fans sul web che li hanno addirittura eletti "icone anti-Isis". Nel caso di Dinko è un'etichetta cercata. Il wrestler bulgaro infatti si è autoproclamato "giustiziere di frontiera" ed afferma di dare la caccia ai rifugiati siriani che entrano nel suo Paese oltrepassando il confine turco.

Il tutto documentato da alcuni, deliranti video su Youtube. Ci vuole poco, nel variegato mondo virtuale, a diventare eroi. Così Dinko Valev si è guadagnato l'ammirazione di un numero impressionante di fans, tutti accomunati da evidente xenofobia, che sono arrivati al punto di regalalargli attraverso una folle colletta anche una Mercedes dal valore commerciale di 90 mila euro. Il prode Dinko ha però guadagnato un'altra cosa leggermente più inquietante. Lo Stato Islamico infatti avrebbe messouna taglia sulla sua testa da 50 mila dollari. Sono i casi in cui i cacciatori possono trasformarsi in prede.

Hijab a luci rosse

All'etichetta di "icona anti-Isis" la giovanissima Mia Khalifa non tiene più di tanto.

Nata nel 1993 a Beirut, in Libano, è emigrata con la famiglia negli Stati Uniti quando era ancora una bambina. All'industra per adulti arriva per puro caso, quando il cliente di un fast-food dove era impiegata la nota e le propone di partecipare ad un video a luci rosse. Siamo nel 2014 e questa ragazza dalle curve generose diventa nel giro di pochi mesi una star conosciuta in tutto il mondo.

Incredibile, se mettiamo in conto che Mia Khalifa non è mai entrata nel giro delle maggiori compagnie di produzione del settore ed ha girato video esclusivamente destinati al pubblico di Internet. Ma le sue performances, riprese dal noto sito "Pornhub", sono tutt'ora cliccate da milioni di visitatori che la consegnano alla storia della cinematografia hardcore come "la pornostar con l'hijab".

Il tutto per un video, dove indossa il tradizionale copricapo delle donne islamiche: la sua, però, non è affatto la provocazione ribelle di una giovane donna musulmana perché Mia in realtà è di fede cristiana. Le sue origini libanesi finiscono per creare scandalo nella sua terra natia ed involontariamente la Khalifa entra nel mirino dell'Isis la cui propaganda diffonde in Rete l'immagine manipolata della sua decapitazione con la minaccia scritta di "finire dritta all'Inferno". "Nel fuoco dell'Inferno? Ho giusto intenzione di abbronzarmi" è la sua risposta pubblicata su Twitter. In una recente intervista al Washington Post, Mia Khalifa ha dichiarato di non sentirsi affatto un "simbolo anti-jihad".

"I diritti delle donne in Libano sono davvero lontani dall'essere presi sul serio - ha aggiunto - se una pornostar americana di origine libanese, che non abita più da tempo nel suo Paese, è in grado di causare un tale putiferio. Quella che un tempo era vista come la nazione più occidentalizzata del Medio Oriente, oggi è arcaica ed oppressiva". Nell'intervista, Mia Khalifa ha confermato di aver lasciato lo scorso anno l'industria del cinema per adulti.