La settimana scorsa, precisamente domenica 14 maggio, il programma Le Iene ha mandato in onda, su Italia Uno un servizio di Matteo Viviani che denunciava una terribile "moda", se così si può definire, che si sta diffondendo tra i ragazzi in Russia e in tutta Europa e che sembra essere arrivata anche in Italia. La moda in questione è, l'ormai divenuto famoso, Blue Whale challenge, gioco nato in Russia che porta i giocatori, giovanissimi tra i 9 e i 17 anni, ad affrontare atroci prove per 50 giorni, molte autolesioniste, fino a condurli al suicidio.

Durante la settimana sono stati pubblicati centinaia di articoli che parlavano del Blue Whale, alcuni elencavano le regole del gioco, altri riproponevano il servizio de Le Iene e ancora tanti altri. Questa sfida ha fatto parlare tanto di sé. Se n'è parlato talmente tanto che si è finito per ipotizzare che fosse solo una fake news, una notizia "acchiappaclick" . Infatti, sembra che il problema dei suicidi in Russia sia dilagato già prima della diffusione del gioco masochista della balena blu.

Il servizio de Le Iene

Anche Le Iene hanno letto gli svariati titoli che accusavano il “gioco” della balena di essere una falsa notizia. Così domenica sera Matteo Viviani, sempre nel programma Le Iene, trasmesso su Italia Uno, ha proposto un servizio con l'intento di chiarire e confermare la veridicità della notizia diffusa la settimana prima.

La Iena si è recata presso la Polizia di Stato per intervistare il primo dirigente della Polizia di Stato, direzione anticrimine, Elisabetta Mancini. La donna ha confermato che la Polizia è stata avvertita più volte, dopo il servizio mandato in onda su Italia Uno, di probabili casi di Blue Whale. Il servizio ha fatto sì che si prestasse maggior attenzione ai possibili segnali che i giocatori possono mostrare circa la loro partecipazione alla sfida.

Infatti, come sottolinea l'intervistata, non sono solo i genitori ad insospettirsi di possibili strani atteggiamenti dei figli, ma spesso sono proprio i coetanei a percepire le stranezze degli amici e allertare le famiglie. Inoltre, molti insegnanti hanno deciso di affrontare il tema anche in classe per sensibilizzare i propri alunni.

I consigli

Alla fine del servizio non mancano i consigli. Il primo tra tutti è stare attenti al comportamento dei figli e a quello che condividono sui social. In caso si sospetti una partecipazione al gioco è opportuno controllare se il giovane presenta delle ferite insolite. Se si riscontra una reale minaccia è il caso di avvertire le forze di polizia.

Ecco il video dell'intervista: