Sul Blue Whale avrete letto sicuramente molti articoli e, probabilmente, avrete visto anche il servizio de "Le Iene". Il gioco della balenottera azzurra - questo il nome tradotto in italiano - spinge ragazzi tra i 9 e i 17 anni ad affrontare pericolose e dolorose prove per 50 giorni e, infine, li induce al suicidio.

Questo "gioco" è nato in Russia, e sembra essere arrivato anche in Italia, precisamente a Livorno. Se n'è parlato per la prima volta ormai un anno fa, dalle colonne di "Novaya Gazeta russa", che ha riportato della presenza, sul social network russo VKontakte, di molti gruppi che trattano temi quali la depressione, la morte e il suicidio.

Proprio all'interno di queste community virtuali avrebbe iniziato a circolare il gioco.

A confermare questa storia ci sarebbe l'arresto di un 22enne russo, Philipp Budeikin, accusato di essere l'ideatore di questa macabra sfida.

I dubbi sulla veridicità della notizia

Alcune testate stanno iniziando a dubitare della veridicità delle notizie che circolano in merito a questa faccenda, come "Wired" ed altri giornali di rilievo.

Per quanto riguarda il numero dei suicidi, questo purtroppo sarebbe un fenomeno molto diffuso di per sé, a prescindere dal Blue Whale game. BUTAC (bufale un tanto al chilo), blog che cerca di svelare le fake news, scrive che nel 2012, in appena sette mesi (quindi molto prima che emergesse il terribile gioco) circa 990 adolescenti si sarebbero tolti la vita e ogni anno, in media, si ucciderebbero circa 1.700 ragazzi tra i 15 e i 19 anni.

Notizia falsa oppure no?

Il giornale online di Milano "The Submarine" propone un'analisi interessante. Secondo la rivista, le discussioni sul suicidio sono sempre esistite in rete, anche perché internet offre la possibilità di comunicare anche a coloro i quali avrebbero difficoltà a farlo nella società non virtuale. Ma i siti, le pagine e i gruppi nei quali si possono trovare queste discussioni, non hanno come obiettivo quello di spingere i giovani a commettere l'atroce gesto, o almeno non sempre.

Infatti, spesso questi siti internet cercano proprio di distogliere i ragazzi dall'idea di commettere irreparabili errori.

In un contesto come questo - scrive la testata - l'agghiacciante sfida non è un gioco nato organicamente. Ad ogni modo, non è del tutto chiaro se Blue Whale sia nato proprio da questi gruppi, così come non è stato ancora provato alcun collegamento tra i suicidi registrati in Russia, Argentina, Spagna e Italia, e la "competizione" della balena blu.

Inoltre bisogna considerare anche l'eventualità che molti suicidi siano avvenuti solo per pura emulazione, per il cosiddetto "effetto Werther".

Probabilmente quello del Blue Whale è solo un modo per giustificare un aumento del fenomeno dei suicidi tra i giovani, e per trovare una consolazione alla domanda: "perché i nostri figli decidono di togliersi la vita?".