La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di reato per lesioni e minacce per l’aggressione alla troupe di Striscia la Notizia al quartiere San Basilio a Roma il 2 dicembre scorso durante un servizio sulle piazze di spaccio in Italia. L'inviato Vittorio Brumotti e la sua troupe, dopo essere stata avvicinati da spacciatori della zona, una volta rivelate le ragioni della loro presenza sul luogo, sono stati aggrediti e minacciati con tanto di lancio di sassi che hanno colpito un cameraman mentre da un palazzo vicino venivano esplosi contro la troupe due colpi di arma da fuoco.

Il sindacato di polizia esprime solidarietà, ma chiede alla politica un segnale concreto: “I giornalisti stanno scoperchiando il marcio ma rischiano troppo, restituire efficienza alle Forze di Polizia”, lo sostiene la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, alla luce di reiterati episodi che hanno visto i giornalisti attaccati con armi da fuoco e con minacce gravissime dopo aver portato le loro telecamere in zone franche della malavita nelle nostre città. Sarebbe opportuno - prosegue il sindacato di polizia - che questi reiterati e gravissimi episodi sollecitino invece riflessioni serie alla classe politica, affinché oltre alle attestazioni di vicinanza verso le vittime, si chieda cosa sta realmente facendo per la sicurezza di questo paese.

Novanta intimidazioni in dieci mesi

Sulla vicenda di San Basilio ed altri episodi analoghi si muove anche il Ministero dell'Interno, che ha istituito un Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazioni sugli atti intimidatori che hanno riguardato i giornalisti. Al tavolo tecnico, al quale ha preso parte anche il Ministro dell'Interno Marco Minniti, si è fatto il punto sui dispositivi di protezione a tutela dei giornalisti che allo stato attuale contemplano: 19 scorte, con 167 misure di vigilanza adottate e 73 persone arrestate e denunciate per i 90 episodi intimidatori che hanno riguardato operatori dell'informazione in questi primi dieci mesi del'anno.

I giornalisti che stanno rischiando di più per il loro lavoro, secondo recenti dati del Ministero dell'Interno incrociati con quelli degli ordini dei giornalisti territoriali operano a Roma il 60% del totale, contro il 15% a Milano, il 10% a Torino, il 5% a Caserta, Reggio Calabria e Viterbo.

Il professor Giuseppe Federico Mennella, Segretario dell'Osservatorio Ossigeno per l'Informazione promosso dalla Federazione Nazionale della Stampa e dal Consiglio nazionale dell'Ordine Giornalisti, in un recente convegno ha sottolineato questa forte esposizione dei giornalisti romani, promuovendo una serie di incontri con le massime autorità provinciali di sicurezza.